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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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giovedì 22 dicembre 2016

Buone Feste!

Come da tradizione quasi decennale anche quest’anno la cartolina degli auguri di Caffè Letterario è opera del fumettista lughese STEFANO BABINI. Protagonista, il sommo poeta Dante Alighieri in versione natalizia. I manifesti di questa e delle altre 8 cartoline d'auguri che Stefano Babini ha realizzato a partire dal 2008 per il Caffè Letterario di Lugo sono esposti nella hall dell'Hotel Ala d'Oro.
Arrivederci a tutti al prossimo anno... Il calendario degli incontri invernali (gennaio-marzo 2017) sarà pubblicato nei primi giorni del prossimo mese. Auguroni a tutti!

mercoledì 21 dicembre 2016

“La mia bellissima esperienza a Lugo” di RACHELE FERRARIO

Rachele Ferrario è stata ospite del Caffè Letterario di Lugo lunedì 13 giugno 2016 per presentare il suo saggio "Margherita Sarfatti. La regina dell'arte nell'Italia fascista" edito da Rizzoli.
Lugo di Romagna è un luogo dell'immaginario italiano. La sua piazza condensa le nostre molte nostre storie le nostre contraddizioni. La parete del castello è un mosaico d'identità. Il monumento a Baracca è sintesi tra futurismo e metafisica, i due momenti della grande espressione italiana che in un tempo solo hanno cambiato l'arte europea. Il Caffè Letterario, all'Ala d'Oro, di Claudio e Patrizia e i loro amici tra cui Daniele Serafini, custode della memoria di Baracca, incarna tutto questo: tradizione e senso del futuro. E poi Lugo è l'unico posto al mondo in cui nel raggio di pochi metri ci sia un pubblico che guarda la nazionale di calcio italiana e un altro pubblico che segue la presentazione di un libro!

giovedì 15 dicembre 2016

Sabato 17 dicembre - DANIELE SERAFINI, "Tra le radici e l'altrove"

Ultimo incontro dell’anno (non in calendario) organizzato in collaborazione con l’Associazione culturale “Il Bradipo” e la Biblioteca Trisi, vedrà, sabato 17 dicembre nel Salone Estense della Rocca di Lugo, alle ore 18.00, il poeta Daniele Serafini presentare la sua raccolta poetica “Tra le radici e l’altrove” edito da l’Arcolaio. Ne parleranno con l’autore Giuseppe Bellosi, Gian Ruggero Manzoni e Marco Sangiorgi.
Daniele Serafini, famiglia originaria del Triveneto, ma lughese di adozione, esordisce nel ‘93 con “Paesaggio Celtico”, finalista al Premio “Diego Valeri” e, nel ‘98, il suo “Eterno chiama il mare”  riceve una segnalazione al Premio “Eugenio Montale”. Sue liriche sono state tradotte e pubblicate in numerosi paesi europei. Si è occupato di poesia futurista nel saggio “Alceo Folicaldi o della fuggente nostalgia della vita” in Note futuriste (2010). A confermare la notorietà del suo nome è stato inserito nell’antologia di poeti romagnoli del ‘900. 

La "Stirpe selvaggia" di ERALDO BALDINI

Queste le immagini della serata di ieri dove nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro lo scrittore di Russi Eraldo Baldini ha presentato, introdotto da Marco Sangiorgi, il suo ultimo romanzo “Stirpe selvaggia” edito da Einaudi.
Il 12 aprile del 1906 a Ravenna fa tappa uno spettacolo circense molto particolare. Si tratta del Wild West Show di Buffalo Bill, nome d’arte di William Frederick Cody, attore e cacciatore statunitense, nonché soldato, esploratore e impresario teatrale. È da questa premessa che parte il nuovo romanzo di Eraldo Baldini, “Stirpe selvaggia” uscito il 29 novembre a tre anni di distanza da “Nevicava sangue”. Protagonista della vicenda è Amerigo, un bambino che vive con la madre a San Benedetto in Alpe, paese dell’Appennino tosco-romagnolo. Ha 9 anni quando Buffalo Bill arriva a Ravenna con il suo Wild West Show e rimane sorpreso che la madre sia disposta ad affrontare un viaggio di 50 chilometri per farlo assistere allo spettacolo. Sotto quella tenda verrà a scoprire che Buffalo Bill è suo padre. “Questo – ha detto Baldini – è stato il punto di partenza per raccontare i primi cinquant’anni del Novecento. Cosa si sarebbero aspettati gli altri dal figlio di Buffalo Bill? E come si sarebbe sentito lui? Attraverso una grande amicizia, che non finisce mai, e una storia d’amore che in realtà non comincia nemmeno ho voluto raccontare la ‘grande storia’”.







giovedì 8 dicembre 2016

"Una serata a Lugo" di GIORGIO IERANO'

Giorgio Ieranò è stato ospite del Caffè Letterario di Lugo lunedì 2 maggio 2016 per presentare il suo saggio “Gli eroi della guerra di Troia” edito da Sonzogno.
Uscendo a ora tarda dall’Hotel Ala D’Oro, dopo una serata trascorsa a parlare di eroi e a rievocare leggende antiche, nella piazza deserta di Lugo il monumento – impressionante, vertiginoso – a Francesco Baracca sembra sbucato anche lui da una favola. Viene da pensare che quel monumento sia stato costruito per apparire solo di notte, o tra le nebbie della Pianura Padana, quelle nebbie rese immortali da certe scene dell’Amarcord felliniano. La guerra di Troia e la prima guerra mondiale, alla fine, non sembrano così distanti. Egualmente lontane, sfumate in un’epoca remota e leggendaria. Ma anche egualmente vicine, sorelle nell’assurdità del dolore umano e della morte. A scuola ci hanno insegnato che Baracca era un eroe. Parola difficile, scivolosa, così consunta da un eccesso di retorica patriottica e guerresca che molti in passato hanno preso a detestarla. Parola che noi usiamo, senz’altro, in senso molto diverso da come la usavano i greci. Eppure viene da pensare ai trenta aerei abbattuti da Baracca come a trenta guerrieri caduti sotto la lancia di Achille nella piana di Ilio. E viene da chiedersi come avrebbe raccontato Omero i duelli tra gli aerei nei cieli. Certo in modo meno roboante di un Gabriele D’Annunzio, che citava Icaro a ogni pié sospinto (ma glielo perdoniamo, con il rispetto dovuto a chi era comunque un grande poeta e a chi, a differenza di certi fatui guerrafondai di oggidì, non si limitava a predicare la guerra dal tavolino di un caffè). Nel silenzio della piazza deserta di Lugo, il monumento a quell’aviatore morto un secolo fa sfuma nella sua leggenda notturna, e di Omero viene in mente non la celebrazione della guerra (che poi, di celebrazione della guerra, così tanta non ce n’è neppure nell’Iliade) ma la malinconia che suscita la consapevolezza della fragilità dell’umano. Resta la gioia di avere passato una sera a parlare di favole antiche, con tante persone appassionate e competenti, con Claudio dello splendido hotel Ala D’Oro, con Massimo della Libreria Alfabeta (eroe anche lui, a modo suo, come lo sono tutti i bravi librai) e con gli altri. A parlare non tanto di libri ma di storie e avventure (ché i libri alla fine sono cose, oggetti che contano non in sé ma per le storie e le avventure che contengono). E allora è comunque bello iniziare con Achille e finire con Francesco Baracca, immaginare un legame fantastico tra la notte feroce della caduta di Troia e la notte tranquilla di Lugo, e continuare a raccontarsi storie, passeggiando nel silenzio, come sarebbe piaciuto anche a Omero.
di Giorgio Ieranò

martedì 6 dicembre 2016

Mercoledì 14 dicembre - ERALDO BALDINI al Caffè Letterario di Lugo

Mercoledì 14 Dicembre, alle ore 21.00, nel Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, lo scrittore Eraldo Baldini  chiuderà la stagione autunnale del Caffè Letterario di Lugo presentando il suo ultimo romanzo “Stirpe selvaggia” edito da Einaudi pochi giorni or sono. A introdurre la serata, che terminerà con il consueto brindisi offerto dal Gruppo Cevico, sarà Marco Sangiorgi.
San Sebastiano in Alpe, paese dell'Appennino romagnolo, 1906. Amerigo ha nove anni e sua madre l'ha chiamato cosi perché l'ha concepito in America. Quando il Wild West Show fa tappa a Ravenna, lei decide di portare il figlio a conoscere suo padre. Buffalo Bill però non accetta di incontrarlo e questo rifiuto spinge il già inquieto Amerigo a schierarsi per sempre "dalla parte degli indiani". Con Mariano e Rachele si dipinge il viso, e scorrazzando per i boschi sogna di fare la rivoluzione. Ma la Storia divide le strade di questi amici inseparabili, travolti dalle burrasche del Novecento: le lotte di classe, il fascismo, le guerre mondiali. Con grande potenza evocativa, "Stirpe selvaggia" mette in scena un protagonista struggente come un eroe romantico, eppure modernissimo. Diviso, come ognuno di noi, tra l'affermazione di sé e la rinuncia, tra la solitudine e il bisogno d'amore.
Scrittore noir, Eraldo Baldini nei suoi romanzi ha saputo coniugare “gotico rurale”, noir e horror in una vena originale. Inizia a scrivere saggi in questo settore e approda alla narrativa negli anni '90. Nel 1991 vince il Myfest di Cattolica con il racconto Re carnevale. Scrive una lunga serie di romanzi, tra cui due per ragazzi: L'estate strana (edizioni EL, 1997) e Le porte del tempo (Disney Avventura, 2001). La notorietà arriva con il romanzo Mal'aria (Frassinelli 1998, 2003), pubblicato anche in Francia, con cui vince il prestigioso premio "Fregene". Tra i suoi libri ricordiamo Come il lupo (Einaudi, 2006) con cui ha vinto il premio "Predazzo" 2006; Melma (Edizioni Ambiente, 2007), Quell'estate di sangue e di luna (Einaudi 2008), L’uomo nero e la bicicletta blu (Einaudi 2011), Gotico rurale (Einaudi 2012), Nevicava sangue (Einaudi 2013). Per Fernandel nel 2015 ha pubblicato la raccolta di racconti umoristici Fra l'Adriatico e il West.

ANNULLATO l'incontro con NUCCIO ORDINE

L'incontro di mercoledì 14 dicembre con Nuccio Ordine è stato annullato per inderogabili impegni universitari del Prof.Ordine. Quest'ultimo incontro della stagione autunnale sarà sostituito sempre nella stessa giornata di mercoledì 14 dicembre dalla presentazione dell'ultimo romanzo di Eraldo Baldini "Stirpe selvaggia" edito da Einaudi

La serata con FRANCO CORDELLI

Lo scrittore romano Franco Cordelli ha presentato ieri sera al Caffè Letterario di Lugo il suo ultimo romanzo “Una sostanza sottile” edito quest’anno da Einaudi. Un romanzo il cui corpus narrativo si fonda sulla memoria ospedaliera di un sopravvissuto: medici, infermiere, sale di rianimazione, compagni di corsia, visitatori, amici e nemici di un circo disperato che somiglia un po' alla vita. Ma il diario clinico che avrebbe voluto essere una presa per i fondelli della superficialità si allarga come una rotatoria dell'essere, svincolo esistenziale di un uomo lievemente autistico ma dalla curiosità e dall'eloquio incoercibili, "innamorato dell'assenza come luogo ideale dell'incontro". Come si muore, o meglio ecco perché si muore, o ancora tutto muore, o anche: in un modo o nell'altro si muore sempre all'improvviso. Faceva sempre così, spiega la narratrice, si metteva a raccontare e poi divagava, e quando se ne accorgeva "si fermava di colpo, come per rimproverarsi di un errore".





domenica 4 dicembre 2016

Lunedì 5 dicembre - FRANCO CORDELLI al Caffè Letterario di Lugo

Lunedì 5 Dicembre, alle ore 21.00, nel Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, lo scrittore, saggista e critico teatrale del Corriere della Sera, Franco Cordelli, presenterà il suo ultimo romanzo “Una sostanza sottile”, edito da Einaudi. A introdurre la serata, che terminerà con il consueto brindisi offerto dal Gruppo Cevico, sarà Marco Sangiorgi.
«Ciò che importa sono le relazioni, non c'è altro: come le cose e le persone si legano tra loro». A parlarsi, in questo romanzo, sono un padre e una figlia. E lo fanno come fosse la prima volta, esplorando, sospinti dall'audacia della maturità e della giovinezza, e da una familiarità prima sconosciuta, ora piú intima. Si incontrano in Provenza, un luogo per entrambi lontano ma da entrambi amato. Lui, benché distratto, si guarda alle spalle per consegnare la propria storia a lei, Irène, per dirle tutto quello che non ha mai saputo o immaginato. Ma il racconto di sé, inevitabilmente, non può prescindere da lacerazioni e rotture, da divisioni dell'anima che si esprimono in continue divagazioni e dubbi, dando vita a una narrazione che obbedisce alla circolarità e che fa i conti con i difetti della memoria. A lei, quindi, il compito di raccogliere il flusso dei ricordi, di ascoltarlo e sollecitarlo con domande sempre nuove, di allargare quella trama di cui è intessuta ogni esistenza facendo però attenzione a non aprirla troppo. E cosí, sullo sfondo delle bianche mura di Avignone e dei paesini sferzati dal vento, si dipana un'anamnesi che è anche sentimentale e filosofica: i viaggi, i romanzi, le donne, gli autori piú amati, gli affetti perduti, gli incontri fortuiti; e ancora e soprattutto le sconfitte patite nel corpo e nelle illusioni, quella dimensione liminare fra la vita e la morte a lungo indagata nel corso di una degenza in ospedale. Perché, se non si può rovesciare l'ovvio, non si può neanche dimenticare «quanto accade nella staticità, nell'impedimento, nella prigionia». Un romanzo dall'ampia struttura reticolare nelle cui maglie ci si perde e ritrova, e una scrittura che s'innalza e ridiscende come un brano musicale.

Franco Cordelli, romano del 1943, è critico teatrale e letterario sulle principali testate quotidiane. Nel 1973 esordisce con Procida, «giallo» in forma diaristica, cui hanno fatto seguito: Le forze in campo (1979), I puri spiriti (1982), Pinkerton (1986), Guerre lontane (1990), Un inchino a terra (1999). Testi drammaturgici sono raccolti in Diderot Dondero (quattro commedie) (1993). Due sono le raccolte di saggi letterari: Partenze eroiche (1980) e La democrazia magica (1996). 

"De nobis fabula narratur"... una serata con IVANO DIONIGI

«Chi stacca la spina della storia e della memoria ha una sola alternativa: l’ignoranza e la negazione di sé». Così il classicista Ivano Dionigi ha esordito nel magistrale discorso che ha tenuto al Caffè Letterario di Lugo venerdì scorso, in una Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro ancora una volta al gran completo, presentando il suo ultimo libro “Il presente non basta. La lezione del latino”, edito da Mondadori.
Nel libro di Dionigi, il latino è visto come un’antenna che ci aiuta a captare tre esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi certissima, dell’italiano, il latino – lingua morta eppure resistente nell’uso comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico – ci restituisce il volto autentico delle parole.
Ivano Dionigi è professore ordinario di Lingua e Letteratura Latina, presidente della Pontificia Accademia di Latinità, fondatore e direttore del Centro Studi “La permanenza del Classico” dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015. Autore di numerosi saggi, nei suoi studi si è dedicato particolarmente a Lucrezio e Seneca, di cui ha curato varie opere.







martedì 29 novembre 2016

Venerdì 2 dicembre - IVANO DIONIGI al Caffè Letterario di Lugo

Venerdì 2 Dicembre, alle ore 21.00, nel Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, Ivano Dionigi, professore ordinario di Lingua e Letteratura Latina alla “Alma Mater Studiorum” – Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015, presenterà il suo libro “Il presente non basta. La lezione del latino”, edito da Mondadori. A introdurre la serata, che terminerà con il consueto brindisi offerto dal Gruppo Cevico, sarà Daniele Serafini.
Come mai in un'epoca caratterizzata dalla proliferazione dei mezzi di comunicazione, la reciproca comprensione è più difficile? Come mai ci ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio sull'universo, di Cicerone sulla politica, di Seneca sull'uomo colpiscono la mente e curano l'anima più e meglio dei trattati specialistici? Ivano Dionigi, latinista, già rettore dell'Università di Bologna, con Il presente non basta affronta tali domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza. Il latino evoca un lascito non solo storico, cultuale e linguistico ma anche simbolico: si scrive «latino», ma si legge «italiano, storia, filosofia, sapere scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale». Non è un reperto archeologico, uno status symbol o un mestiere per sopravvissuti; è il tramite che – oltre Roma – ci collega a Gerusalemme e ad Atene, l'eredità che ci possiamo spartire, la memoria che ci allunga la vita. È un'antenna che ci aiuta a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi certissima dell'italiano, il latino – lingua morta eppure resistente nell'uso comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico – ci restituisce il volto autentico delle parole, responsabilizza il nostro parlare, consente quell'«ecologia linguistica» che fa bene anche all'anima; come lingua della temporalità, ci costringe a confrontare tradizione e innovazione, ci libera dall'assedio del presente e ci rende immuni dal «provincialismo di tempo»; come lingua della res publica, della politica quale «cosa di tutti», ci ricorda che l'uso più alto della virtus risiede nel «governo della città» e che il pronome più naturale e più bello è «noi» e non «io». Questa riflessione è tanto attuale quanto urgente di fronte alle nuove sfide delle scienze e alla pervasività delle tecnologie digitali, che possono e debbono trovare negli studia humanitatis un'alleanza naturale e necessaria. Un compito da consegnare in primo luogo alla scuola: palestra dei fondamentali del sapere e crocevia del futuro.
Ivano Dionigi è professore ordinario di Lingua e Letteratura Latina, presidente della Pontificia Accademia di Latinità, fondatore e direttore del Centro Studi «La permanenza del Classico» dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, di cui è stato rettore dal 2009 al 2015. Nei suoi studi si è dedicato particolarmente a Lucrezio (Commento a «La natura delle cose», 2000; Lucrezio. Le parole e le cose, 2005) e Seneca (De otio, 1983; Problematica e fortuna del «De providentia», in Seneca, La provvidenza, 2004; I diversi volti di Seneca e Seneca linguista, in Seneca nella coscienza dell'Europa, 1999). Ha curato per la Rizzoli diversi volumi sul rapporto antico/presente: Di fronte ai classici. A colloquio con i Greci e i Latini (2002); Nel segno della parola (2005); La legge sovrana (2006); Morte. Fine o passaggio? (2007); I classici e la scienza. Gli antichi, i moderni, noi (2007); Madre, madri (2008); Elogio della politica (2009); Il dio denaro (2010); Animalia (2011); Eredi (2012); Barbarie (2013). Per Mondadori ha curato I classici in prima persona di Giuseppe Pontiggia (2006).

Una serata americana con SILVIA PARESCHI

Ecco le immagini della serata di ieri, lunedì 28 novembre, con Silvia Pareschi che ha presentato il suo libro “I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” edito da Giunti. Traduttrice di lungo corso al suo esordio da scrittrice, Silvia Pareschi ha fatto parlare in italiano le opere di Jonathan Franzen, Don De Lillo, Cormac McCarthy e molti altri autori, grandi della letteratura americana contemporanea. Vive a metà tra la West Coast e il lago Maggiore e già nel suo blog “Nine hours of separation” raccoglie aneddoti e paradossi della vita oltreoceano. Dieci di questi racconti sono stati raccolti nel libro che Silvia ha presentato ieri sera incalzata dalle domande della terminologa lughese Licia Corbolante che ha introdotto l’incontro.





domenica 27 novembre 2016

Lunedì 28 novembre - SILVIA PARESCHI racconta gli USA al Caffè Letterario di Lugo

Lunedì 28 novembre, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, Silvia Pareschi, scrittrice e traduttrice dei grandi autori anglo-americani come Jonathan Franzen, Cormac McCarty e Alice Munro, racconterà al Caffè Letterario di Lugo gli aspetti meno noti e a tratti esilaranti degli Stati Uniti presentando il suo ultimo libro “I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” edito da Giunti. La serata, che si concluderà con il consueto brindisi finale offerto a tutti i presenti dal gruppo Cevico, sarà introdotta da Licia Corbolante.
In questo libro, misto di memoir, reportage e fiction spesso esilarante e mai banale, Silvia Pareschi narra alcuni aspetti meno noti e forse per questo particolarmente rappresentativi di una nazione vasta come un continente, di infinite coste, di montagne, di città, di genti e radicata nell'immaginario di tutti, ancora di più, forse, in quello di coloro che non ci sono mai stati.
Tenendosi sempre lontana dal cliché dell'''italiana all'estero'', l'autrice spazia dalla wilderness californiana al Palazzo del Porno di San Francisco, da una carrellata sulle religioni americane che comprende le danze estatiche degli Shakers e un ordine di uomini barbuti travestiti da suore, all'avvincente storia di una coppia rimasta bloccata a New Orleans durante l'uragano Katrina, a un viaggio coast-to-coast in Greyhound fino al New Jersey, e al fortuito ritrovamento di un paio di jeans che, forse, appartennero a Bruce Springsteen...
Silvia Pareschi, che ha dato le parole della nostra lingua alla voce di molti dei più grandi scrittori americani contemporanei, questa volta racconta con la sua voce lo stupore e l'ammirazione, il coinvolgimento ma anche lo sconcerto, il disinganno e il distacco di una ragazza prima, di una donna, poi, di fronte alla terra che perlomeno da un secolo si è imposta come la più grande generatrice di miti, di follie e di sogni dell'intero Occidente.
Silvia Pareschi lavora come traduttrice letteraria da più di dieci anni. Fra gli autori da lei tradotti figurano, oltre a Jonathan Franzen di cui è la traduttrice di riferimento, Cormac McCarthy, Don DeLillo, Junot Díaz, E. L. Doctorow, Denis Johnson, Amy Hempel, Nathan Englander, Annie Proulx, David Means e T. C. Boyle.
Attualmente vive a metà fra l’Italia e San Francisco, dove nel 2011 ha sposato l'artista e scrittore Jonathon Keats. 

sabato 26 novembre 2016

Una serata in ricordo di GIUSEPPE MARIA MARANGONI

Venerdì 25 novembre il Caffè Letterario di Lugo ha celebrato con una serata musicale e letteraria la figura di Giuseppe Maria Marangoni contrabbassista e compositore lughese inspiegabilmente cancellato dalla scena musicale e dalla memoria dei suoi concittadini. La serata ha visto la presentazione del libro “Andante affettuoso” della scrittrice-pianista molisana Rosanna Carnevale liberamente ispirato alla movimentata vita del Marangoni. Sempre Rosanna Carnevale in compagnia del contrabbassista Morris Capone hanno eseguito alcuni brani per contrabbasso (il “cetaceo istrumento” come amava definirlo Marangoni) e pianoforte  tratti dal repertorio del contrabbassista lughese. La serata è stata impreziosita poi dalla visita alla magnifica casa/museo Marangoni, attigua all’Hotel Ala d’Oro, che lo stesso Marangoni restaurò negli anni ’30 e che l’attuale proprietaria Ornella Caravita, a cui va il nostro sentito ringraziamento, ha aperto in occasione di questa straordinaria serata.





venerdì 25 novembre 2016

Venerdì 25 novembre - Serata musicale-conviviale dedicata a GIUSEPPE MARIA MARANGONI

Venerdì 25 novembre alle ore 20.00 nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro, il Caffè Letterario di Lugo propone una serata musicale, gastronomica e letteraria per celebrare il musicista lughese Giuseppe Maria Marangoni (1866-1945) nel 150° anniversario della nascita.  La serata comincerà con l’aperitivo servito nella casa/museo Marangoni attigua all’Hotel Ala d’Oro e proseguirà con la cena e la presentazione del libro “Andante affettuoso” della scrittrice e pianista molisana Rosanna Carnevale, edito da Portaparole.
Il romanzo narra la vicenda esistenziale di M, personaggio che cela l’identità reale di Giuseppe Maria Marangoni, contrabbassista e compositore lughese inspiegabilmente cancellato dalla scena musicale. Sullo sfondo di città come Bologna, Firenze, New York, Chicago, L’Avana, tra fine Ottocento e inizio Novecento, la musica di Marangoni emerge man mano dal silenzio e diventa il filo rosso su cui si dipanano e intrecciano le storie passate e quelle presenti dei due musicisti Anna e Pietro che, ingaggiati per un concerto, lavorano alla costruzione del programma. Sarà davvero un’occasione rara per ascoltare la musica dell’estroso musicista lughese che sarà eseguita dal contrabbassista romano Morris Capone accompagnato al pianoforte dalla stessa autrice del libro Rosanna Carnevale.
Due i menù proposti per la serata, uno strettamente romagnolo con piatti tipici della nostra tradizione culinaria e in alternativa un menù vegetariano.

MENU ROMAGNOLO
Aperitivo a Casa Marangoni
Cappelletti in brodo di cappone
Pollo alla cacciatora
Latte brulè
€. 25,00  bevande incluse

MENU VEGETARIANO
Aperitivo a Casa Marangoni
Risotto ai carciofi
Spezzatino di verdure
Latte brulè
€. 20,00  bevande incluse

E’ necessaria la prenotazione
Tel. 0545 22388  -  329 6817175