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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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martedì 27 gennaio 2015

Sabato 31 gennaio - Grande festa per i 10 anni del Caffè Letterario di Lugo

Grande festa aperta a tutti, sabato 31 gennaio alle ore 21.00, all'Hotel Ala D’Oro per celebrare i dieci anni del Caffè Letterario di Lugo. 

Per l’occasione L’Hotel Ala d’Oro diventa  Hotel Letterario con l’inaugurazione di 5 camere dell’ala storica del Palazzo Rossi dedicate a 5 grandi autori legati in qualche modo a Lugo o alla Romagna. DANTE, LEOPARDI, BYRON, STENDHAL, TONINO GUERRA, interpretati dalle installazioni di 5 artisti: Stefano Babini, Carmine Della Corte, Piero Dosi, Giacomo Giannella e Andrea Tampieri. Una festa  aperta a tutti con torta, brindisi e la musica di AGATA LEANZA & THOSE 3. Sarà possibile visitare le stanze e la mostra dei 10 anni. Un modo piacevole per ricordare attraverso la  festa, la musica, le immagini, le parole, i tanti libri, gli autori, i musicisti che si sono succeduti nei  tantissimi eventi che la nostra rassegna letteraria ha programmato in questi dieci anni.  Un’attività culturale che si può riassumere sinteticamente in questi numeri:
475 incontri
369 libri presentati
320 autori
17 maratone letterarie
36 conferenze
26 serate musicali
26 Mostre fotografiche e d’arte

La serata è ad ingresso libero.

Venerdì 30 gennaio - ROBERTO ESCOBAR al Caffè Letterario di Lugo

Venerdì 30 gennaio, alle ore 21.00 nel Salone Estense della Rocca di Lugo, Caffè Letterario dedica una serata a quella figura tanto amata quanto condannata nel corso dei secoli che è Don Giovanni, il burlador de Sevilla.  A parlarne sarà Roberto Escobar, docente di filosofia politica all’Università di Milano, con il suo libro “La fedeltà di Don Giovanni” edito dal Mulino nel 2014. A fare gli onori di casa e a condurre la serata sarà Daniele Serafini.
Chi è davvero Don Giovanni? Un amatore compulsivo? Un peccatore? Un ribelle? Un eroe della libertà? Nelle sue mille incarnazioni il "burlador de Sevilla" è stato tutto questo e molto altro ancora. Da Tirso de Molina a Goldoni e Dumas, da Merimée, Balzac e Baudelaire fino a Nietzsche, Brecht, Brancati e Saramago, Don Giovanni, non solo peccatore né soltanto irriducibile seduttore, è il campione di una scelta: quella di chi antepone la propria ragione, il proprio desiderio, la propria dignità e libertà alla prepotenza "di pietra" di un assoluto extraumano e antiumano. La sua arma: la fedeltà a se stesso.
Il volume parte dal presupposto che prima di giudicare Don Giovanni è bene avere in chiaro la nostra posizione nei suoi confronti, spesso condizionata da pregiudizi di varia natura. L'atteggiamento di Don Giovanni è spesso frutto del suo stesso orgoglio e del rifiuto di qualsiasi illusione celeste, tentando senza sosta di trovare nella caducità della vita quella propulsione verso la ricerca della propria  libertà interiore.
Roberto Escobar è nato a Milano nel 1946. Insegna Filosofia Politica e Analisi del linguaggio politico all'Università degli Studi di Milano e collabora con L'Espresso come critico cinematografico dopo aver collaborato per 26 anni con Il Sole 24 Ore, sulle cui pagine ancora scrive. Per lo stesso giornale ha curato con lo pseudonimo Als Ob una rubrica di critica televisiva. Nel 2001 ha ottenuto il premio Ennio Flaiano per la critica cinematografica.


La serata con lo storico Gian Enrico Rusconi

E’ stata una splendida serata dedicata alla storia del primo conflitto mondiale quella di ieri sera con lo storico Gian Enrico Rusconi e il suo saggio “1914: attacco a occidente” edito da Edizioni del Mulino. La serata,  introdotta dallo storico ravennate Paolo Cavassini e  organizzata con la collaborazione del Museo Francesco Baracca, ha visto la partecipazione di un foltissimo pubblico a testimonianza dell’interesse che ruota attorno alla Grande Guerra.  Pochi conoscono bene la Germania come Gian Enrico Rusconi. In questo "1914: Attacco a Occidente"  Rusconi si concentra sul ruolo del Kaiser e dei suoi ministri, racconta le dinamiche decisionali nelle varie fasi. Il conflitto fu inevitabile? La tendenza al riarmo e l'attesa di una guerra erano latenti già nei mesi e anni antecedenti l'attentato di Sarajevo, il 28 giugno 1914, e sulla catena di responsabilità si discute ancora adesso, ma il punto cruciale non è "se" o "quando", ma "quale" guerra sarebbe scoppiata, locale o totale.




venerdì 23 gennaio 2015

Lunedì 26 gennaio - GIAN ENRICO RUSCONI al Caffè Letterario di Lugo

Lunedì 26 gennaio, alle ore 21.00 nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro di Lugo, primo di tre appuntamenti che in questo trimestre Caffè Letterario dedicherà alla Prima Guerra Mondiale, lo storico brianzolo Gian Enrico Rusconi presenterà il suo ultimo saggio “1914: attacco a occidente” edito da Edizioni del Mulino lo scorso anno.  Lo storico ravennate Paolo Cavassini condurrà la serata che si concluderà con il consueto brindisi finale per tutti i presenti.
Era inevitabile la Grande Guerra? Dall’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo doveva necessariamente scaturire un conflitto mondiale? O si è trattato di una guerra «improbabile», scoppiata per una serie di malintesi e di errori di valutazione? Rusconi ricostruisce il febbrile lavorio politico-diplomatico del luglio 1914 e analizza le vicende belliche sino alla battaglia cruciale della Marna. Il conflitto si configura come una «guerra tedesca» per rompere l’accerchiamento di cui la Germania si sente vittima da parte dell’Intesa russo-francese e inglese. Ma la lotta per l’egemonia sul Continente assume i tratti di una «guerra di civiltà» all’interno dell’Occidente stesso. Gli effetti sono di lunga durata, anche in termini strategico-militari: il secondo conflitto mondiale inizierà infatti con l’attacco alla Francia nel 1940 inteso come replica e rivincita del 1914.
Gian Enrico Rusconi, professore emerito di Scienze politiche presso l'Università di Torino, laureato in filosofia, esordì come docente di Sociologia nel 1968 presso la facoltà di sociologia di Trento. Nel 1975 fu chiamato, per la medesima materia, presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Torino, dove successivamente si trasferì sulla cattedra di Scienza della Politica. Dopo una monografia dal titolo “La teoria critica della società” si è dedicato soprattutto allo studio della società tedesca e della storia della Germania nel Novecento, in un continuo raffronto con la situazione italiana. Direttore dell’Istituto storico italo-germanico di Trento dal 2005 al 2010, è editorialista del quotidiano La Stampa, ed è stato anche Visiting Professor presso la Freie Universität di Berlino.

domenica 18 gennaio 2015

Il Caffè Letterario di Lugo premiato con il "Paul Harris Fellow"

Un grazie di cuore al Rotary Club di Lugo che giovedì 15 gennaio ha premiato “per l’impegno profuso  nel campo della diffusione della Cultura e della Letteratura” il Caffè Letterario di Lugo con il “Paul Harris Fellow”, massima onorificenza rotariana. Alla cerimonia erano presenti il vicesindaco Giovanni Costantini e i curatori di Caffè Letterario Patrizia Randi, Marco Sangiorgi, Claudio Nostri, Massimo Berdondini e Mimmo Della Corte.  

sabato 17 gennaio 2015

La serata con VALENTINA D'URBANO

Ancora un pubblico numeroso, che in questa occasione ha visto la presenza di tante giovani lettrici, ha partecipato alla serata di ieri sera del Caffè Letterario di Lugo che ha avuto come protagonista la giovane scrittrice romana Valentina D’Urbano e il suo ultimo romanzo “Quella vita che ci manca” edito da Mondadori. In questo suo ultimo lavoro Valentina riprende le atmosfere del suo romanzo d’esordio “Il rumore dei tuoi passi” col suo quotidiano fatto di fatica, violenza, disperazione dove solo l'amore può cambiare le carte in tavola. Seguendo questo copione Valentina D'Urbano, che in borgata c'è nata e cresciuta, torna a parlare alle migliaia di lettrici che in Europa ormai la seguono fedeli. Questa volta il protagonista è Valentino, il più piccolo di quattro fratelli, quattro ragazzi su cui comanda, padre-padrone, il fratello maggiore Alan. L'incontro di Valentino con una ragazza potrebbe essere la chiave per aprire nuovi mondi, per uscire dal "ghetto" mentale in cui vive e spiccare il volo finalmente libero. 







giovedì 15 gennaio 2015

Venerdì 16 gennaio - VALENTINA D'URBANO al Caffè Letterario di Lugo

Venerdì 16 gennaio, alle ore 21.00 nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro di Lugo, la narrativa contemporanea torna protagonista al Caffè Letterario con la scrittrice romana Valentina D’Urbano e il suo bestseller “Quella vita che ci manca” edito da Longanesi. Silvia Caranti introdurrà la serata che si concluderà come sempre con un brindisi finale per tutti i presenti.
Gennaio 1991. Valentino osserva le piccole nuvole di fiato che muoiono contro i finestrini appannati della vecchia Tipo. L'auto che ha ereditato dal padre, morto anni prima, non è l'unica cosa che gli rimane di lui: c'è anche quell'idea che una vita diversa sia possibile. Ma forse Valentino è troppo uguale al posto in cui vive, la Fortezza, un quartiere occupato in cui perfino la casa ti può essere tolta se ti distrai un attimo. Perciò, non resta che una cosa a cui aggrapparsi: la famiglia. Valentino è il minore dei quattro fratelli Smeraldo, figli di padri diversi. C'è Anna, che a soli trent'anni non ha ormai più niente da chiedere alla vita. C'è Vadim, con la mente di un dodicenne nel bellissimo corpo di un ventenne. E poi c'è Alan, il maggiore, l'uomo di casa, posseduto da una rabbia tanto feroce quanto lo è l'amore verso la sua famiglia, che deve rimanere unita a ogni costo. Ma il costo potrebbe essere troppo alto per Valentino, perché adesso c'è anche lei, Delia. È più grande di lui, è bellissima - ma te ne accorgi solo al secondo o al terzo sguardo - e, soprattutto, non è della Fortezza. Ed è proprio questo il problema. Perché Valentino nasconde un segreto che non osa confessarle e soprattutto sente che scegliere lei significherebbe tradire la famiglia. Tradire Alan. E Alan non perdona. Questo è un romanzo sull'amore, spietato come solo quello tra fratelli può essere. Ma è anche un romanzo sull'unico altro amore che possa competere quello che irrompe come il buio in una stanza.
Valentina D’Urbano, 30 anni, romana, scrittrice e illustratrice, caso letterario da 50mila copie all’esordio con “Il rumore dei tuoi passi” è ora, con “Quella vita che ci manca” al suo terzo romanzo.

La serata petrarchesca con MARCO SANTAGATA

Oltre sessanta persone hanno partecipato ieri sera al primo incontro dell’anno del Caffè Letterario di Lugo dedicato a Francesco Petrarca e al suo “Canzoniere”. Ospite della serata Marco Santagata, docente di Letteratura Italiana all’Università di Pisa, considerato fra i massimi esperti di lirica classica italiana, di Dante e di Petrarca e petrarchismo, che ha presentato il suo ultimo saggio “L’amoroso pensiero. Petrarca e il romanzo di Laura” edito da Mondadori nel 2014.

Qual vaghezza di lauro? qual di mirto?
Povera e nuda vai, Filosofia
dice la turba al vil guadagno intesa.
Canzoniere - VII – (9-11)








giovedì 8 gennaio 2015

Mercoledì 14 gennaio - Francesco Petrarca raccontato da MARCO SANTAGATA

Mercoledì 14 gennaio, alle ore 21.00 nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro di Lugo, ripartono dopo la pausa natalizia gli incontri di Caffè Letterario con una serata dedicata a Francesco Petrarca e al suo Canzoniere. Marco Santagata scrittore e docente di Letteratura italiana all’Università di Pisa presenterà infatti il suo ultimo saggio edito da Mondadori,  “L’amoroso pensiero. Petrarca e il romanzo di Laura” . L’incontro, condotto da Claudio Nostri, si concluderà come d’abitudine con il consueto brindisi finale offerto a tutti i presenti.
Si dice comunemente che le parole con le quali parliamo d'amore - all'amata o all'amato, innanzitutto - se sono sincere vengono dal cuore, ma si potrebbe anche dire, con altrettanta verità, che vengono dai libri e, in particolare, da un libro che da sette secoli in qua ha insegnato a tutti gli amanti d'Occidente a esprimere quel che hanno, per l'appunto, «nel cuore». Questo libro è il Canzoniere di Francesco Petrarca. Ma quale storia si cela dietro le sue straordinarie pagine? Nel 1348 in Europa infuria la peste, che mieterà un terzo della popolazione. Tra le sue vittime c'è Laura, la donna-musa alla quale da oltre vent'anni Francesco Petrarca dedicava poesie d'amore e della quale conosciamo poco o nulla, se non la carica seduttiva che il suo nome continua a sprigionare. Per reagire a questo clima di lutto e desolazione, oltre che a un profondo tormento interiore, il poeta aretino concepisce un progetto audace - un'autobiografia ideale dove si intrecciano realtà e finzione - e lo realizza con un'opera che costituisce una novità assoluta nel panorama della letteratura medievale: un libro di poesie sotto forma di romanzo che racconta l'appassionante storia d'amore fra un uomo e una donna in cui sono più che visibili i tratti del Petrarca storico e della misteriosa gentildonna di Avignone. Nasce così il Canzoniere, il libro che si propone di «ammaestrare» il lettore con l'esperienza di Francesco, omonimo alter ego dell'autore, per dimostrare che l'amore è un sentimento irrazionale in grado di annientare chi lo prova e di dannare la sua anima, perché allontana dal vero bene. Ma condannare la passione amorosa e pentirsene significa condannare anche l'oggetto della passione, ovvero Laura, la cui luminosa immagine però si sottrae a questo disegno letterario e, verso dopo verso, da causa di perdizione morale si trasforma in sublime forza benefica e perfino salvifica. Il romanzo di Francesco diventa così il romanzo di Laura. Solo nella versione del Canzoniere che oggi leggiamo, ultimata poco prima di morire, Petrarca riuscirà a sciogliere la contraddizione e a riportare il libro d'amore al suo assunto originario. 
La limpida rilettura di Marco Santagata, uno dei più autorevoli studiosi di Petrarca, da un lato ci fa riscoprire l'inesauribile bellezza di un'appassionata storia d'amore che è stata per secoli l'archetipo della poesia amorosa, dall'altro ci rende familiare ed empaticamente riconoscibile la tormentata figura di chi quella storia ha in parte vissuto e in gran parte immaginato, con un carico di emozionalità - fatto di introspezione, inquietudine, dubbi, pena, desiderio, turbamento, nostalgia, «male di vivere» - che da allora la lirica europea ha portato sempre con sé.
Marco Santagata insegna Letteratura italiana all'Università di Pisa. È autore di numerose pubblicazioni di storia e critica letteraria, in particolare intorno a Petrarca, di cui ha commentato il Canzoniere (I Meridiani Mondadori, 1996), e a Dante. Su Dante, delle cui Opere dirige l'edizione nei Meridiani Mondadori, ha pubblicato il libro L'io e il mondo. Un'interpretazione di Dante (il Mulino, 2011), il saggio biografico Dante. Il romanzo della sua vita (Mondadori, 2012) e Guida all'Inferno (Mondadori, 2013). All'attività di critico affianca quella di narratore: con il romanzo Il Maestro dei santi pallidi (Guanda) ha vinto il Supercampiello 2003.

giovedì 1 gennaio 2015

BUON 2015

Fra pochi giorni sarà pubblicato il programma degli incontri invernali (gennaio-marzo) del Caffè Letterario di Lugo.