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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
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mercoledì 30 aprile 2014

"Un giornalista dell'Anima" di VITTORIO MUSCA

Sull'incontro di lunedì 28 aprile con il giornalista Salvatore Giannella che ha presentato il suo libro “Operazione Salvataggio” edito da Chiarelettere.

Giannella siede nella sala conferenze dell’Ala d’Oro su un piccolo palchetto rialzato come un officiante che si appresti a celebrare un rito ed è proprio questa l’atmosfera che si percepisce da subito durante l’incontro con l’autore del libro “Operazione Salvataggio”, pubblicato da Chiare Lettere, in cui vengono ripresi temi già trattati dallo stesso in opere, letterarie o televisive precedenti, come “L’Arca dell’arte” o “La lista di Pasquale Rotondi”, ossia il salvataggio di numerose opere d’arte da parte di eroi dall’ “autostima umile”, che durante la seconda guerra mondiale vennero portati via dall’Italia per arredare le lussuose dimore di vari gerarchi nazisti. Una pratica questa che come narra l’autore era già stata attuata in Spagna negli anni precedenti ed ancora oggi, in molte parti del mondo continua ad aver luogo.
Pare così di assistere quasi ad una funzione religiosa durante l’incontro con l’autore che celebra tanto i vari eroi impegnati in queste operazioni, quanto le opere da questi messe in salvo, restituendo, attraverso la vita degli uni e la bellezza degli altri (ed il valore di entrambi), un’anima all’osservatore, al lettore, all’erede, in quanto essere umano di questi eventi.
Giannella, “giornalista dell’anima” che, stando alle parole di Gorbaciov, unisce nella sua opera “favola e realtà”, ripropone durante il dibattito numerosi frammenti della sua ultima opera collegando, con una capacità affabulativa ricca di immaginazione e di memoria ad un tempo, i vari paragrafi del libro, quali piccoli fotogrammi in una sequenza quasi filmica nel momento dell’esposizione pubblica.
La serata trascorre caricandosi progressivamente di nuove storie, piccole e grandi per giungere a riflessioni politiche e culturali sulla società contemporanea, sulla vita italiana di oggi ed in particolar modo su quanto poco vengano oggi giorno considerate le opere dell’ “Operazione Salvataggio” e degli artisti da essa messi in salvo. A piccoli passi, muovendo dalle parole di Guerra che percepiva con anni di anticipo il declino della Romagna, passando per Aramengo dove carovane di turisti da varie parti del mondo si ritrovano per conoscere una scuola di restauro, proseguendo per le intuizioni di alcuni milanesi dell’inizio del secolo scorso che avviarono un processo di valorizzazione turistica della Romagna, Giannella si trova a puntare il dito contro amministratori, operatori turistici, società civile, spesso poco sensibile nel cogliere il potenziale, ben noto ad altri paesi, che la propria terra può offrire. La critica alla classe politica poggia quindi su presupposti storici ed è incentrata su una miopia progettuale nei confronti dei capolavori artistici e della grandezza di personaggi “minori” della grande Storia per i quali “Operazione Salvataggio” è prima di tutto un tributo. Ulteriori critiche, riprendendo la citazioni storiche, sottolineano l’ambiguo atteggiamento di una certa politica italiana che da un lato nel ’39 bombardava la Spagna e dall’altra, attraverso operazioni guidate dalla Farnesina prova a tutelare alcuni capolavori artistici.
Lo stile con cui Giannella si offre agli ascoltatori e, attraverso il suo testo ai lettori, è piano, ritmato, armonico, fatto di “piccole cose” che ad egli per primo schiusero, come egli stesso racconta, la possibilità, da piccoli frammenti di legno, di conoscere l’opera di Rotondi, quasi suo Virgilio in questo suo attraversamento del regno dell’arte, e da questi muovere ad altre innumerevoli esperienze simili, che integrano e arricchiscono la grande storia di fatti più piccoli in essa contenuti.
Si percepisce, tuttavia, nell’esposizione del giornalista un forte, maturo e sano orgoglio patrio che fa apparire quasi anche lui in missione, come i personaggi da lui raccontati, per la difesa di una natura e di un’identità, impegnato e coinvolto nell’atto di narrare attraverso la difesa dell’arte una difesa della “Patria”.
La serata scorre attraverso tributi passeggeri a “The Monument Men”, film nelle sale in questo periodo che tratta di operazioni americane compiute in Germania simili a quelle di Rotondi in Italia, con un piccolo tributo ad uno dei personaggi della pellicola, Clark, che rifiuta di bombardare San Sepolcro, dove si pensava fossero ancora nascosti dei tedeschi, per non distruggere la “Resurrezione” di Piero della Francesca di cui aveva letto nei diari di Huxley, salvando così, non solo delle opere d’arte ma anche delle vite umane, per citare poi altri esempi, quali Monfalco in Umbria e Aramengo in Piemonte, teatri di altre scelte simili.
In chiusura di serata alcuni suggerimenti per la candidatura di Ravenna come capitale della cultura e accompagnata ancora una volta da una rinnovata osservazione sul valore dell’arte, con particolare riferimento alle operazioni, militari e partigiane, in Afghanistan, dove milizie ufficiali e talebani han trovato nella tutela di alcuni capolavori artistici (inviati in Svizzera), l’elemento su cui fondare la convivenza delle generazioni discendenti da quelle attualmente in lotta ed il dono comune per i figli di chiunque per un futuro comune di armonia e pace.
di Vittorio Musca

La serata con SALVATORE GIANNELLA

Davvero una bella serata quella di lunedì scorso 28 aprile col giornalista e amico ormai di lunga data del Caffè Letterario di Lugo, Salvatore Giannella, che ha presentato in anteprima nazionale il suo ultimo libro “Operazione salvataggio” edito da Chiarelettere.  Una serata alla scoperta delle storie degli eroi sconosciuti che hanno rischiato la vita per salvare migliaia di opere d’arte. Le loro vicende percorrono la seconda guerra mondiale, la guerra civile spagnola, ma anche i conflitti più recenti, dall’ex Iugoslavia all’Afganistan. Spesso in condizioni disperate e con pochi mezzi, questi uomini italiani, svizzeri, spagnoli, inglesi e tedeschi hanno combattuto con coraggio la loro battaglia per salvare il patrimonio culturale dell’umanità.
Queste le immagini dell’incontro.








domenica 27 aprile 2014

Lunedì 28 aprile - SALVATORE GIANNELLA al Caffè Letterario di Lugo

Lunedì 28 aprile, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, serata dedicata all’Arte e alla Storia con il giornalista Salvatore Giannella che in anteprima nazionale presenterà il suo ultimo saggio edito da Chiarelettere “Operazione Salvataggio. Gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’Arte dalle guerre”. A introdurre la serata, che si concluderà come d’abitudine con il consueto brindisi offerto a tutti i presenti, sarà Carmine Della Corte.
Un libro da leggere come un romanzo fatto di tante storie emozionanti e vere: il salvataggio delle opere d'arte in tempo di guerra. Le avventure di eroi che hanno combattuto con coraggio una loro guerra per salvare un patrimonio che appartiene alla civiltà dei popoli. La storia di Pasquale Rotondi che salvò i principali capolavori d'arte durante la Seconda guerra mondiale, premiato dal presidente della Repubblica Azeglio Ciampi. La storia di Tony Clarke, l'ufficiale americano che salvò la Resurrezione di Piero della Francesca e la città di San Sepolcro. La storia di Pérez Rubio e Josep Renauche che salvarono i tesori del Prado durante la guerra civile spagnola. La storia dello svizzero Bucherer-Dietschiche che ha salvato i tesori d'arte dell'Afghanistan nel suo piccolo museo svizzero restituendoli poi al governo attuale. La storia dell'italiana Donatella Cavazzali che sta recuperando le opere d'arte nella ex Iugoslavia dopo la guerra in Bosnia. La storia di un italiano che ha salvato le opere d'arte fatte nei lager dai deportati.

Salvatore Giannella, giornalista professionista dal 1974, è nato in Puglia nel 1949. Vive e lavora a Milano dal 1975. Nel 1975 è chiamato all’«Europeo» da Tommaso Giglio, e diventa direttore del settimanale dieci anni dopo. Nel 1986 viene chiamato da Giorgio Mondadori a dirigere «Airone», il primo e più diffuso mensile di natura e civiltà. Lascia «Airone» nel 1994 e crea Editoriale Delfi, struttura specializzata in progetti ed eventi, servizi e realizzazioni per l’editoria e per l’economia dei turismi. Dal 1997 è tra le principali firme di «Oggi» (Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera) per i temi della cultura e delle scienze. Salvatore Giannella è ormai un amico di vecchia data del nostro Caffè Letterario avendo presentato a Lugo nel 2009 il saggio “Voglia di cambiare” edito da Chiarelettere e nel 2010 presentando in compagnia di Tonino Guerra il libro-intervista a Enzo Biagi “Consigli per un paese normale” edito da Rizzoli.  

Una grande serata di Jazz con il FLAVIO BOLTRO QUARTET

Indimenticabile. Un grande concerto, pensato e organizzato in pochi giorni. Un grazie di cuore ai musicisti: Flavio Boltro (tromba), Leo Corradi (Hammond), Stefano Paolini (batteria) e soprattutto ad Alessandro Scala (sax) ideatore dell’evento. Grazie a John De Leo per il suo inaspettato e splendido intervento vocale. Grazie a Luigi Pini per l’aiuto nell’organizzazione lampo di questa storica serata per il Caffè Letterario di Lugo. E grazie, ovviamente, a tutti gli intervenuti.
  







giovedì 24 aprile 2014

Sabato 26 aprile - FLAVIO BOLTRO QUARTET in concerto al Caffè Letterario di Lugo

Sabato 26 aprile alle ore 22.00 nel Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro straordinario appuntamento musicale fuori programma per il Caffè Letterario di Lugo dedicato alla musica jazz con il concerto del Flavio Boltro Quartet, formazione che vede Flavio Boltro alla tromba, Alessandro Scala al sax, Leo Corradi all’organo Hammond e Stefano Paolini alla batteria.
Uno dei più grandi trombettisti italiani, Flavio Boltro fa parte della scena jazzistica mondiale da più di 15 anni. Diplomatosi al Conservatorio di Torino, si è “fatto le ossa” in Italia prima di esibirsi accanto a musicisti di grande levatura come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins.
A partire dal 1990, ha partecipato a numerosi festival e tournée in veste di sideman di Freddie Hubbard e Jimmy Cobb, prima di diventare un componente del gruppo jazz di Laurent Cugny (di cui ha fatto parte dal 1994 al 1997) e di suonare con Aldo Romano.
Dopo aver fatto parte stabilmente per quattro anni della ONJ Francese ed in seguito del sestetto di Michel Petrucciani, è tuttora componente dell’attivissimo gruppo Di Battista-Boltro 5tet.
Artista brillante e versatile, Flavio Boltro ci rivela oggi le sue doti di compositore: ha infatti inciso nel 1999 il primo album a suo nome dal titolo “Road Runner”,  e nel 2002 il suo secondo album “40°” alla testa del suo quartetto. Entrambi i lavori sono stati pubblicati dalla prestigiosa etichetta Blue Note. Nell’ambito della sua attività concertistica, attualmente collabora tra gli altri anche con Michel Portal e Laurent De Wilde.

Ingresso con consumazione: €. 14,00
Ingresso con cena aperitivo: €. 25,00 (ore 20,30)
E’ consigliata la prenotazione (0545 22388)


"Tutto qui". Giovani scrittori al Caffè Letterario di Lugo

Queste le immagini della serata di ieri, mercoledì 24 aprile, dedicata ai giovani scrittori della antologia di racconti “Tutto qui” edita da Pequod. L’incontro è stato presentato dal curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi e dal curatore della antologia Marco Montanari e ha visto la partecipazione di Alberto Gentilini e Francesco Satanassi, due dei quindici giovani scrittori coinvolti nella realizzazione di questo volume.





giovedì 17 aprile 2014

Mercoledì 23 aprile "Tutto qui". Giovani scrittori al Caffè Letterario di Lugo

Mercoledì 23 aprile, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze dell'Hotel Ala d'Oro, incontro dedicato alla narrativa per Caffè Letterario con il libro "Tutto qui" edito da Pequod, che raccoglie racconti di giovani scrittori alla loro prima prova narrativa. La serata, che si concluderà con il consueto brindisi finale, sarà introdotta da Marco Montanari curatore del volume.
“I racconti non vendono”.
Questo è il leit motiv che accompagna da sempre, qui da noi, l’uscita di raccolte di racconti, siano di singoli autori o anche solo antologie. In Italia, agli editori e forse anche ai librai, la “short story” inspiegabilmente non piace: è un genere vituperato, svilito dagli stessi addetti ai lavori. Inspiegabilmente, sì, perché basterebbe citare alcuni autori americani come Charles Bukowski, Raymond Carver o, per attenersi alla stretta attualità, André Dubus per constatare come abbiano riscosso più successo qui che non negli Stati Uniti (i lettori italiani sono esterofili, questo lo si sa). 
Ma come non pensare, per rimanere in Italia, a capolavori come Il gioco del rovescio di Antonio Tabucchi o, in tempi più recenti, Tu, sanguinosa infanzia di Michele Mari? Ma la lista potrebbe essere lunghissima.
Poi, proprio alla fine di quest’anno, forse, è successo qualcosa che sembra poter invertire questa tendenza, il Premio Nobel per la Letteratura 2013 è stato assegnato alla scrittrice canadese Alice Munro che in vita sua ha pubblicato solo e unicamente racconti (short story, meglio), restituendo dignità a un genere che ha sempre prodotto, e continua a produrre, alta letteratura in tutte le lingue del mondo. E allora ecco che i libri della Munro, addirittura, hanno cominciato ad affacciarsi nelle classifiche dei più venduti. Siamo un popolo di lettori “gregari”. 
Tutto qui, curata da Cecilia Monina e Marco G. Montanari, raccoglie racconti di giovani scrittori alla loro prima prova narrativa, che si inserisce a pieno titolo in una “tradizione” che nasce, negli ormai lontani anni ‘80, con Giovani blues curata da Pier Vittorio Tondelli. Uno di quei libri che, inesorabilmente, hanno rappresentato “un’epoca”, uno di quei libri dopo cui niente è stato più “come prima”. Questa antologia ci parla, certo, di un tempo diverso, che forse, però, non è solo quella degli Sdraiati che proprio in queste settimane sono agli onori delle cronache librarie e non solo. Se si fosse in America la si leggerebbe, appunto, come lo spaccato di un’epoca, ma siamo in Italia e saranno solo “scrittori esordienti”. Tutto qui.

La serata con STEFANO TURA

Queste le immagini della bella serata con lo scrittore e giornalista bolognese Stefano Tura che ieri sera, mercoledì 16 aprile, ha presentato il suo thriller “Tu sei il prossimo” edito da Fazi Editore.

"Duro. Terribile. Oscuro e ammaliante, come un abisso buio che si spalanca all'improvviso davanti a te, nella notte. Così dev'essere un romanzo nero. Così è il romanzo di Stefano Tura. E tu, proprio tu, sei il prossimo."
Maurizio De Giovanni

“Il male ha molti volti per manifestarsi. Stefano Tura sa come raccontarli: con forza e originalità”
Giancarlo De Cataldo

“Un romanzo spietato che non dà tregua e incatena. Stefano Tura trasforma in realtà i nostri peggiori incubi”
Grazia Verasani








mercoledì 16 aprile 2014

"Anche gli Agnelli piangono" di IVANO NANNI

Sull'incontro di lunedì 14 marzo con il giornalista Gigi Moncalvo che ha presentato il suo libro “Agnelli segreti” edito da Vallecchi.

Meno male che non è il solito santino da leggere inginocchiati, la solita agiografia genuflessa scritta davanti al ritratto dell'AVVOCATO, naturalmente tutto maiuscolo, che agita il bastone del pastore di greggi italiche. Questa maiuscolità c'è sempre stata, come c'è sempre stata una sudditanza ammirata per come la famiglia ha sempre gestito una vita sopra tutte le righe, imbrogliatissima come e più che in Dynasty. Le vicende familiari dei potenti erano e sono un patrimonio italiano da conservare, un made in Italy che era ed è un passpartout per ogni riccastro che si muove nel jet-set internazionale.
C'è sempre stata la predilezione per la stampa di fare da scendiletto ai potenti, scrivendo biografie con le lacrime agli occhi per la commozione, focalizzandosi sui dettagli che piacciono all'Italia guardona che si incanta ad osservare l'orologio sulla manica della camicia, o la cravatta sopra il pullover e tanti altri gadget alla moda simboli di italian style nel mondo. E mentre ci si sofferma a parlare di eleganza sopraffina, gli affari della potentissima famiglia si imbrogliano, le fabbriche costruite con i soldi di questa nazione sbriciolata chiudono, la testa dell'azienda emigra in Olanda, la parte fiscale in Inghilterra, la partnership negli Stati Uniti, e in Italia rimangono fabbriche mezze chiuse dove gli operai lavorano a rotazione al massimo tre giorni al mese, però contenti come delle pasque ballano il ballo del qua-qua nelle linee di montaggio insieme ai robot, segno evidente che stanno in buona salute. Quello che racconta Gigi Moncalvo nel suo documentatissimo libro è una storia che si percorre con la pila accesa tanto sono le ombre lunghe, medie, corte, che sono l'anima del libro, strutturato come un atto di accusa capillare verso la più grande dinastia di industriali italiana che dalla sua ha avuto la fortuna di avere due guerre mondiali, un cinismo rabbrividente, e la parola scrupoli bandita dal dizionario di casa Agnelli.
Vengono rivelati dei misteri. Dalle mitragliere con le canne che fondevano per il calore e che dovevano essere raffreddate con l'acqua di un secchiello, sempre prodotto dalla Fiat, per cui nel culmine della battaglia, il mitragliere doveva raffreddare la canna come azione bellica accessoria, sempre che non gli fosse scoppiata in faccia, alla produzione della Duna il passo è breve. Entrambe erano fatte con lo stesso ferro scadente e la macchina era un avanzo di canne mezze fuse che perdevano i pezzi mentre si avventuravano nelle strade del mondo, preferibilmente il terzo. Anche questo era italian style. In ogni caso è nel periodo bellico che si stringono patti d'acciaio(scadente) con il fascismo e con la Svizzera e si consolidano guadagni incredibili, aumenti di capitali, flussi impressionanti di denaro tutto con destinazione estera. Vocazione mantenuta anche adesso. Impressionanti sono le cifre che emergono dagli scavi indagatori svolti da Moncalvo. Questioni di eredità. Altro che cifrette da poche centinaia di milioni di euro che Margherita, erede della fortuna di Gianni Agnelli rifiuta giustamente, si scopre la caverna del tesoro di Montecristo nel triangolo d'oro (letteralmente), Svizzera, Lichtenstein, Lussemburgo: miliardi di euro in lingotti d'oro che brillano nella notte di questa Italia mezza affondata che si arrabatta per trovare per i lavoratori 80 euro al mese, l'equivalente di una mezza spesa al supermercato, mezza.
Ma non è tutto qui. Accanto a tante spiacevolezze c'è il buon gusto, cioè la sensibilità per le cose belle,per l'arte. 853 è un numero che non bisogna dimenticare. È il numero dei quadri contenuto nella pinacoteca personale dell'avvocato Agnelli, distribuito nelle dverse dimore, castelli, appartamenti, attici, palazzi rinascimentali, loft, resort privati, ville di campagna e di città, tutto rigorosamente fuori dall'Italia. Anche questo è stile. Goya, Rauschenberg, Warhol( che ha scattato una polaroid anche all'avvocato, poi serializzata), Picasso, Sandro Chia, e decine di altri grandi, tutto il gotha dell'arte mondiale sta nelle case del presidente della Fiat. Ma ancora più impressionante sono i capitoli che riguardano “i cortigiani “ di casa reale che nel corso degli anni hanno aumentato il loro potere fino a diventare dei plenipotenziari con possibilità di veto perfino sulle spese personali dei figli di Gianni Agnelli. Margherita, e il povero Edoardo, tutti estromessi dalla famiglia da Gianluigi Gabetti, gran ciambellano e complottista insieme a Romiti e all'avvocato-consigliere Grande Stevens, davvero grande nel congegnare sistemi giuridici di esclusione dalla governance  aziendale dei legittimi eredi, peraltro screditati e additati come ladri e drogati. Impressionante come sono gestite le nuove generazioni ora al comando o quasi. Gli Elkann. Con Lapo che deve la sua vita a Patrizia( nome d'arte di un professionista del sesso ), e creativo di famiglia, eccentrico, folle e rappresentante nel mondo del ramo gaudente delle famiglia,e John che è la facciata in stile minimalista della Fiat, il decor della casa, quello che serve ai veri padroni, il lato A della facciata, tutto casa e lavoro e obbedienza.
di Ivano Nanni

martedì 15 aprile 2014

Mercoledì 16 aprile - STEFANO TURA al Caffè Letterario di Lugo

Mercoledì 16 aprile, alle ore 21.00, nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, la narrativa noir diventa protagonista a Caffè Letterario con il giornalista e scrittore bolognese Stefano Tura e il suo thriller “Tu sei il prossimo” edito da Fazi Editore. A introdurre la serata, che si concluderà come d’abitudine con il consueto brindisi offerto a tutti i presenti, sarà il curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi.
L'allarme per la pedofilia e lo spettro dell'orco che vive in mezzo a noi a molestare i nostri figli. I lati oscuri di internet, le zone grigie dove questi orchi vanno a condividere le loro insane passioni, scambiandosi immagini e video. E, ancora, la tendenza a trasformare queste tragedie (le violenze anche presunte sui bambini) in operazioni mediatiche, occupando l'informazione televisiva per fare pressioni su inquirenti affinché trovino il mostro da sbattere in prima pagina. “Tu sei il prossimo” è un bel noir scritto dall'inviato della Rai a Londra Stefano Tura, che prende spunto da diversi episodi di cronaca, legati alle sparizioni di bambini.
“Stefano Tura riesce a trasformare le suggestioni della cronaca in brividi d’autore. C’è una tensione, in questo thriller, una diabolica e agghiacciante successione di colpi di scena, che mette in agitazione anche me, che sono del mestiere. Un altro romanzo disperato, allucinato e crudo, una presa che non molla e ti lascia senza fiato, fino alla fine”. Carlo Lucarelli.
Stefano Tura, giornalista e scrittore bolognese, dal 2006 è inviato televisivo Rai a Londra. Ha iniziato la carriera come cronista di nera ed è stato poi inviato di guerra in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e Sudan. Sulla guerra in Afghanistan ha scritto, nel 2001, Le caramelle di Super Osama, un diario sul conflitto nel paese centro-asiatico. Come autore di gialli e noir, ha scritto Il killer delle ballerine, romanzo nel quale compaiono per la prima volta il giornalista Luca Rambaldi e l’ispettore Alvaro Gerace, Non spegnere la luce, Delitti per le feste (assieme a Maurizio Matrone) e Arriveranno i fiori del sangue con il quale è stato finalista nei premi “Fedeli” e “Scerbanenco”.

La serata con GIGI MONCALVO

Per chi si aspettava un racconto agiografico della famiglia Agnelli è stata un incontro davvero inaspettato quello di ieri sera, lunedì 14 aprile, con il giornalista Gigi Moncalvo e il suo saggio “Agnelli segreti” edito da Vallecchi.
Dopo “I lupi & gli Agnelli” in cui il giornalista piemontese ha svelato i retroscena legati all’eredità dell’ultima “famiglia reale” italiana, Moncalvo in “Agnelli segreti” racconta peccati, passioni e verità nascoste della Dinastia, dai processi oscuri ai testamenti secretati, dagli amori clandestini alle morti sospette.
Un’inchiesta da cronista di razza, senza peli sulla lingua, quella condotta dall’autore, che alle sue argomentazioni ed analisi, fa sempre seguire la pubblicazione di documenti, inediti e scottanti, perché mettono in dubbio le verità di comodo propinate all’opinione pubblica sugli eventi più controversi di casa Agnelli e di conseguenza della Fiat. Un saggio da non perdere anche per lo stile, per chi ama le inchieste giornalistiche, oggi sempre più rare nel panorama informativo italiano. Moncalvo va alle radici della famiglia Agnelli, partendo dai genitori dell’avvocato: il padre Edoardo, scomparso tragicamente, come purtroppo toccherà in sorte anche ad altri esponenti della famiglia e la mamma Virginia, la cui relazione con Curzio Malaparte verrà ostacolata, in ogni modo e con ogni mezzo, dal nonno di Gianni, il fondatore e patriarca della Fiat, nonché senatore, Giovanni, coinvolgendo nella vicenda persino Benito Mussolini. Queste le immagini della serata.