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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
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domenica 3 ottobre 2010

Martedì 5 ottobre - MARGHERITA HACK a Caffè Letterario

(PRENOTA LA CENA AL RISTORANTE DELL'HOTEL ALA D'ORO PER LE ORE 19,30 E RISERVA I POSTI A SEDERE NELLE PRIME FILE PER L'INCONTRO CON MARGHERITA HACK ALLE ORE 21,00.) Dopo l’apertura di stagione al Museo Baracca, Caffè Letterario torna nella Sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, sua sede abituale, con un incontro di altissimo spessore. Martedì 5 ottobre, alle ore 21,00 salirà infatti sul palco della rassegna culturale lughese l’astrofisica Margherita Hack che presenterà il suo ultimo libro “Libera scienza in libero stato” edito quest’anno da Rizzoli. A introdurre la serata, che si concluderà come sempre con la consueta degustazione di vini, sarà Ugo Zoli. Ingresso libero. Perché in Italia la cultura scientifica incontra una diffidenza generalizzata? Perché il gap di conoscenze scientifiche dei nostri adolescenti rispetto ai loro coetanei europei aumenta inesorabilmente (dati PISA, Programme for International Student Assessment e OCSE)? Sono gli interrogativi centrali dell’ultimo libro di Margherita Hack, “Libera scienza in libero Stato”, che fornisce una diagnosi e una terapia a proposito del persistente “caso Italia”. La Hack scaglia il suo j’accuse contro due tra i principali elementi che hanno reso difficile la diffusione della conoscenza scientifica nel nostro paese: l’interventismo della Chiesa cattolica, passata dallo sforzo di controllare, depotenziare, piegare la scienza (vedi il processo a Galilei), alla successiva metabolizzazione di teorie e scoperte quando le discipline scientifiche conseguirono status e dignità propri. Fino all’oggi, dominato dall’attivismo clericale che, in un Paese presunto laico, si arroga il diritto di decidere l’eticità dei campi di indagine (ultimi casi eclatanti: il dibattito sulle cellule staminali e la procreazione assistita). Ma l’astrofisica polemizza anche con una classe politica («in particolare quella più recente»), che diffida della scienza, probabilmente a causa del suo basso livello culturale e concede e delega volentieri alla Chiesa – in una mortale sinergia – la funzione di “materna” e severa vigilanza etica sulla ricerca. Una politica peraltro «più papista del papa»: esemplare il tentativo di eliminare dai programmi scolastici l’evoluzionismo ad opera dell’ex ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, che suscitò fortunatamente la reazione della comunità scientifica. E tuttavia – si diceva, la terapia – la Hack propone anche qualche idea di buon senso per evitare che i troppi medici al capezzale del malato finiscano per ammazzarlo, esempi positivi incontrati nel corso della sua carriera: «Occorre maggiore cultura scientifica, ma in generale maggiore cultura in tutti i sensi, perché solo così si sviluppano le capacità razionali di giudizio indipendente». Centrale, da questo punto di vista, la rivendicazione della necessità di garantire il funzionamento della scuola pubblica: indispensabile perché «crea cittadini, non crea cattolici, né protestanti né marxisti», è aperta a tutti, favorisce l’uguaglianza, diventa luogo di confronto costruttivo, «non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta».

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