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martedì 27 ottobre 2009

"Smarrimento patasfattico" di IVANO NANNI

Sull'incontro con MARIO PERSICO di lunedì 26 ottobre.
Non c'è soluzione immaginaria dalla quale non sia possibile estrapolare un pizzico di realtà, sulla quale deporre le nostre mani di terapeuti in erba per massaggiarci quello che non vediamo, e quello che non possiamo vedere a occhio nudo lo vediamo con il sesto senso del pranoterapeuta che radicalizza un suo stato di preveggenza dentro di noi consentendo uno stato di benessere superiore alle nostre aspettative. Nell'arte di precisare uno stato d'animo, forse la Patafisica, di cui non conosco nulla, appare come un miracolo della preveggenza. Sembra una scaglia temporale di preistoria del linguaggio che si spande fino alle soglie di una rappresentazione in cui non crede. Eppure evidenzia uno stato di crisi. C'è sempre un corpo malato in attesa di una guarigione, di un miracolo, di qualcosa che non avverrà secondo i canoni dell'apparizione, ma che giungerà attraverso canali consueti, direi quotidiani. La Patafisica, mi consento una appropriazione indebita di definizione, non consiste in nessuna preghiera particolare, e nemmeno in transumanze che partono verso luoghi di immediata ascesi, ma solo nel trovarsi liberi di rendere tangibile una gioia dimenticata nello scaffale del rigattiere. Credo che non sia possibile definire appieno la sua genia, nemmeno attraverso una gerarchia di opinioni, tutte plausibili e divertenti, forse farne un calco approssimativo aiuterebbe a confondersi ancora di più, che scultore ci vorrebbe per produrre una simile opera? forse un genetista, un uomo di audaci imprese, uno scienziato come il barone Frankenstein (junior), naturalmente, potrebbe mappare il codice della Patafisica sempre dopo averla trovata sullo scaffale del rigattiere erroneamente etichettata come da copione, ma la soluzione sarebbe sempre e solo immaginaria. Ma cos'è una soluzione immaginaria? A patto che ne esistano veramente, una soluzione immaginaria è pur sempre un tentativo di verificare se nel laboratorio tutto mentale dell'artista è possibile far conflagrare sistemi che di solito si tengono a distanza. Sistemi che non percepiscono altro che deboli e incongruenti vagiti l'uno dell'altro producono una loro definizione che non ha uguali e non ne avrà mai altri di identici. Sistemi che si scontrano, che si compenetrano, che si spezzano in tronconi di sensualità aliena, dimenticano la loro illusoria identità, per darsene un' altra. Diventano altro pur rimanendo fedeli a un gioco che ha nello sberleffo un suo imperio, un dominio crudele e snervante. Forse, nella Patafisica, qualcosa va corretto, e forse alterato per continuare ad essere come l'ha prodotta un senso di comune predestinazione tra soggetti e oggetti in relazione intima. Forse è oggi, allo stato delle cose politiche, sociali ed economiche, la scienza delle dis-soluzioni reali che rendono libera la nostra immaginazione di vedere una soluzione che è possibile solo nei cruciverba della settimana enigmistica. di Ivano Nanni

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