Pagine

Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
Iscriviti alla newsletter di Caffè Letterario sul sito http://www.aladoro.it/

giovedì 30 aprile 2009

La serata con FILIPPO BOLOGNA

Un’altra bella serata per Caffè Letterario quella di ieri sera con lo scrittore toscano Filippo Bologna che ha presentato il suo romanzo d’esordio “Come ho perso la guerra” edito da Fandango. L’incontro, introdotto dal curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi, si è concluso come sempre con il consueto brindisi finale. “Un libro che nasce da un umore né buono né cattivo”. Così parla del suo romanzo Filippo Bologna che racconta una storia, in parte autobiografica, ambientata in un paese della provincia toscana dove la serenità e l’equilibrio all’improvviso si spezzano quando uno spietato e avido imprenditore di acque realizza il progetto di un enorme impianto termale. La vita di tutti non è più la stessa. Una storia che è stata anche un pretesto per lo scrittore di esplorare il rapporto tra “progresso e trasformazione”, specialmente quando avviene nella realtà della provincia “preziosa e fragile”. Un libro non sulla sconfitta ma sulla perdenza, in cui il protagonista oltre alla guerra, all’amore, agli amici, perde soprattutto sé stesso. Una storia amara e divertente allo stesso tempo, che il giovane scrittore toscano (di professione sceneggiatore per il cinema) ha voluto paragonare alla miglior tradizione della grande commedia all’italiana, ma soprattutto un bel libro che vale assolutamente la pena di leggere.

"Gli incendi di Richard Ford" di DAVIDE SILVESTRI

Lo scrittore veneziano DAVIDE SILVESTRI è stato ospite di Caffè Letterario il 6 ottobre scorso con il suo romanzo "La linea generale".
L’odore è forte soltanto quando hai quindici anni. La luce del giorno è importante soltanto quando hai quindici anni, oppure tredici. E gli amici, loro esistono soltanto quando hai dodici, tredici anni. Poi tutto diventa una nuvola di fumo, una confusione che non ha valore. E’ quando non capisci ancora niente che capisci tutto, quando ogni sensazione è una lesione. Poi ci fai il callo e tutto funziona come si deve. Poi tutto marcia a dovere, la famiglia, le pastiglie, le camice strette sulle ascelle. Ma quegli anni, quando avevi dodici, tredici anni, quelli hanno un suono diverso, spero siate tutti d’accordo. E gli adulti, i tuoi genitori e tutti gli altri… che senso avevano? Che razza di uomini erano? E’ uno scontro tra razze, tra uomini primitivi e uomini sapiens, quello tra gli adolescenti e gli adulti. Non so da che parte stanno gli uomini sapiens, naturalmente. So però come parla l’adolescente protagonista di questo libro, e mi piace. Tanto per farci venire in mente quello che abbiamo perduto, per dire. Tanto per farci capire cosa pensano i nostri figli, per ricordarcelo. Non riesco a trovare le parole, non è facile. Mi ha solleticato il cuore, questo piccolo libro. Mi ha fatto i conti in tasca e mi ha fatto tornare in posti che forse era meglio se non rivedevo. Ad ogni modo grazie a Ford. Bisogna ringraziare quelli che ti fanno male perché hanno voluto farti troppo bene.

venerdì 24 aprile 2009

Mercoledì 29 aprile - FILIPPO BOLOGNA a Caffè Letterario

Mercoledì 29 aprile, alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, ultimo appuntamento del mese per Caffè letterario con lo sceneggiatore Filippo Bologna che presenterà il suo romanzo d’esordio “Come ho perso la guerra” edito da Fandango. A parlare del libro insieme all’autore ci sarà il curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi e al termine della serata come buona consuetudine della rassegna letteraria lughese avremo l’abituale degustazione di vini. "Come ho perso la guerra" è la storia, in parte autobiografica, ambientata in un paese della provincia toscana dove il tempo sembra scorrere più lento e la serenità regna sovrana. Il giovane rampollo della nobile famiglia Cremona, Federico, vive il suo essere nobile con un po’ di disagio. Tutto cambia con l’arrivo di Ottone Gattai, spietato e avido imprenditore di acque. Improvvisamente il progetto di un enorme impianto termale sconvolge la vita di tutti i suoi compaesani. Interessi politici ed economici sembrano corrompere il naturale ordine delle cose. Molti non ci stanno e dopo una prima pacifica protesta un gruppo avvia una guerriglia contro Gattai che sta sequestrando e privatizzando tutta l’acqua della zona.Nella lotta si distingue Federico Cremona, che vede finalmente stagliarsi all’orizzonte l’occasione di un proprio riscatto.Insieme alla moltitudine di storie memorabili che ci regala, Filippo Bologna ha una generosità e una forza nel creare blocchi di parole e di immagini che portano il lettore a divertirsi e un attimo dopo a commuoversi profondamente. Filippo Bologna è nato in Toscana nel 1978 e vive a Roma. Si è laureato a Siena nel 2004. Per il regista Francesco Falaschi ha scritto Questo mondo è per te, film attualmente in lavorazione. Per la Felix Film sta scrivendo Corridor number 5 documentario sulle stazioni ferroviarie europee. È finalista del premio Solinas 2008. Hanno scritto del libro... "Un’opera prima di quelle rare, preziose, che ci piacerà rileggere anche tra 10 anni quando Bologna sarà una fottuta star.” Edoardo Nesi “Se fossi un editore – e lo sono – punterei forte su questo romanzo – e lo faccio.” Sandro Veronesi “La forza del libro sta nel ritmo delle pagine , nella scrittura , nella presentazione dei personaggi.” Filippo La Porta – (XL) “Un trentenne, il suo paese, il turismo che arriva e cambia tutto. Primo romanzo per raccontare una guerriglia personale e generazionale. Dove vincere, per una volta , non è fondamentale. Un libro scomposto e bello.” Enrica Brocardo – (Vanity Fair)

"Un album per il futuro" di IVANO NANNI

Sull'incontro con Nando dalla Chiesa di lunedì 20 aprile Forse per capire qualcosa della politica italiana occorre avere delle nozioni di chimica piuttosto che concentrarsi sulla storia e sul diritto. Se guardiamo alla scena politica specie di questi ultimi anni la vediamo compresa dentro a un laboratorio il cui accesso non è precluso a nessuno, e a nessuno viene ricordato che occorre sapere che certi elementi non possono essere miscelati se non in dosi graduate, secondo protocolli di compatibilità. Per non parlare di elementi che non possono proprio trovarsi nemmeno sullo stesso scaffale, pena l’esplosione del luogo di lavoro. La salvaguardia del laboratorio è determinante se si vuole continuare a fare esperimenti e proseguire nel contesto di libere scelte di comprensione e di libertà di azione temperata da una vigilanza istituzionale incorruttibile. Credo che ci sia stato un tempo, non molto lontano, in cui alcuni uomini hanno portato il valore delle istituzioni a diretto contatto con i cittadini. Ne hanno vissuto sulla pelle tutte le leggi, i commi e i sottocommi, e l’hanno reso vivo consegnandolo ai cittadini come un valore etico. Quando venne ucciso il prefetto e generale Dalla Chiesa si percepì nettamente che le istituzioni tornavano a sublimarsi in una pura astrazione. Non si era increduli di quanto fosse accaduto, ma semplicemente inorriditi per il fatto che il laboratorio perdesse un elemento di purezza che evidentemente non poteva stare nella stessa stanza con elementi spuri. Il non cedere alla corruzione, questo non ossidarsi al contatto con la degradazione morale, ne ha determinato il destino e nel contempo ha irrobustito la coesione familiare e la sua immagine pubblica. Il principio primo per cui un uomo delle istituzioni, in divisa o in abiti civili, non deve cedere alla tentazione di ricevere qualcosa che possa essere compreso come una gratificazione, come un favore o un regalo, è stato tramandato di padre in figlio e ai nipoti. Ne ha costituito l’ossatura etica, il peso specifico, il valore chimico neutro e puro. Stabilito questo valore per cui non è negoziabile la propria statura, per cui non si accetta di farsi piccoli per entrare nelle piccole tane dei sodali per interesse, allora cresce la considerazione dei cittadini comuni e la paura di quelli che non hanno come valore la promozione dei valori istituzionali. Non ossidarsi in un ambiente ostile, troppo carico di gas tossici, permette di trovare motivazioni di coesione che vanno oltre la semplice comprensione razionale dei problemi. A me pare che la famiglia che emerge dall’album dei ricordi che Nando sfoglia con orgoglio e tenerezza, sia quella per cui vale il principio di difesa ad oltranza delle dignità di tutte le famiglie che si oppongono al disprezzo dei violenti e dei corrotti. Credo che con questo libro si evidenzi un paradigma familiare di grande impatto emozionale. Per cui le soluzioni ai mali della politica si possono trovare nel cuore della famiglia stessa, se questa famiglia ha a cuore lo stato in cui vive. Passa cioè il principio, a mio parere vero, che siano i comportamenti virtuosi familiari che innestati nella società, nella politica, nella scuola, nei sindacati, nel lavoro, possano diradare le nubi tossiche che intaccano ambiente sociale e clima politico. Questo vale per tutti gli ambienti e per tutte le famiglie. Ma il problema è che c’è difficoltà a osservare come veri e giusti certi principi che fanno parte del patrimonio di alcuni. In un periodo come questo in cui l’assalto al forte costituzionale è preciso e mirato, servirebbe la volontà eccezionale di chi opera senza chiudersi nel sottopancia della politica e si muove nel contesto delle proprie certezze morali. Come diradare i dubbi e sperare in un futuro migliore non spetta solo alla politica, cioè ai delegati a decidere, spetta a tutti, e specie a quel genere di dubbiosi e perplessi che non sanno da che parte stare per una diffidenza ben ponderata. Ivano Nanni

La serata con NANDO DALLA CHIESA

Un'altro bellissimo incontro per Caffè Letterario quella di lunedì scorso con lo scrittore e sociologo Nando dalla Chiesa che a distanza di un anno è tornato a Lugo per presentare in prima nazionale il suo ultimo libro edito pochi giorni or sono da Einaudi “Album di famiglia”. Ecco le immagini della serata.

La rassegna stampa di febbraio e marzo 2009

martedì 21 aprile 2009

Mercoledì 22 aprile - "Giovani scrittori a Cesenatico. Arfelli, Casali, Montesanto, Panunzio”

Mercoledì sera 22 aprile alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro penultimo appuntamento del mese di aprile di Caffè Letterario. Marco Sangiorgi, curatore della rassegna letteraria lughese, presenterà il libro da lui stesso curato, “Giovani scrittori a Cesenatico. Arfelli, Casali, Montesanto, Panunzio”. Insieme al critico lughese sul palco di Caffè Letterario saranno Davide Gnola, direttore del Museo della Marineria di Cesenatico e Manuela Ricci direttrice di “Casa Moretti” istituto culturale del comune di Cesenatico. Al termine della presentazione come d’abitudine la consueta degustazione di vini offerta ai presenti. A Cesenatico nel 1946, alcuni giovani, reduci da differenti fronti di guerra, si trovarono ad insegnare in una piccola scuola media comunale; uniti dalla passione letteraria, nacque tra loro un sodalizio che sarebbe durato l’intera esistenza. La necessità di costituire un «piccolo salotto letterario» (come lo definiscono loro stessi) è un’operazione culturale che non può essere considerata senza qualità e assume valore emblematico, anche se non si tratta del Caffé Greco, e il Corso Garibaldi non è Via Veneto. È un tema che tocca il nervo scoperto «del fare cultura in provincia». E la provincia in questo caso è Cesenatico, paese turistico e certamente atipico che si assopisce e risveglia con cadenze stagionali, a cui ben si adattano le parole di Arfelli in una delle sue ultime interviste: «Strana città Cesenatico! Sembra abulica e arrotolata nell’apatia. Poi d’improvviso e per caso, si viene a sapere che c’è un tale che scrive con successo, che esiste un gruppo di giovani letterati, che qualcuno compone poesie dialettali, che ci sono pittori assai validi e musicisti di vaglia... strana città la nostra».

venerdì 17 aprile 2009

Lunedì 20 aprile - NANDO DALLA CHIESA a Caffè Letterario

Lunedì 20 aprile alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro anteprima nazionale per Caffè Letterario. Lo scrittore Nando dalla Chiesa ha infatti scelto la nostra rassegna letteraria per presentare il suo ultimo libro, uscito da pochi giorni, “Album di famiglia” edito da Einaudi. L’incontro organizzato in collaborazione con l’“Associazione Eco” sarà introdotto da Paolo Galletti e si concluderà come d’abitudine con la consueta degustazione di vini. Un gradito ritorno per Caffè Letterario quello di Nando Dalla Chiesa a Lugo a più di un anno dalla presentazione del suo volume “Le ribelli” dedicato alle donne siciliane che hanno sfidato il potere mafioso in Sicilia. In “Album di famiglia” lo scrittore-sociologo milanese racconta di trentacinque brevi colloqui immaginati con gli affetti di quattro generazioni. Un album-romanzo sfogliato partendo da un oggetto, un luogo, una frase, un episodio, una foto, un ricordo. Per render conto di come una famiglia ha affrontato la sua pubblica storia, così che anche questa possa essere riletta con qualche sfumatura in più. E per raccontare come, grazie e dentro a questa fitta rete di affetti, alcuni valori di fondo si sono trasmessi attraverso gli sconvolgimenti sociali e politici di un secolo intero. Dalle generazioni dell'ultimo Ottocento fino a quelle del Duemila. Da chi conobbe entrambe le guerre a chi venne educato sotto il fascismo e scelse la Resistenza. Da chi divenne adulto con il Sessantotto a chi fece la prima comunione il giorno dopo l'assassinio di Falcone. Perché, pur nei grandi cambiamenti e al di là dei conflitti tra padri e figli, alla fine la famiglia trasmette i suoi valori e fa scegliere come camminare con gli altri. E insegna a stare in quella che con troppa deferenza chiamiamo la storia.
Professore di Sociologia economica all’Università degli Studi di Milano, Nando dalla Chiesa è stato parlamentare della Repubblica e sottosegretario all’Università e alla Ricerca. Scrittore, editorialista e narratore civile. Tra i suoi scritti più noti al grande pubblico ricordiamo: "Delitto imperfetto" (Mondadori, 1984), "Storie di boss ministri tribunali giornali intellettuali cittadini" (Einaudi, 1990), "Il giudice ragazzino" (Einaudi, 1992), "Storie eretiche di cittadini perbene" (Einaudi, 1999). Con Melampo ha pubblicato "Quattro a tre" (2006) e "Le ribelli" (2006), oltre ai suoi libri di narrativa satirica, "La fantastica storia di Silvio Berlusconi" (2004), "Vota Sìlviolo!" (2005). (www.caffeletterariolugo.it)

giovedì 16 aprile 2009

Sabato 18 aprile - GIOVANNI NADIANI a Caffè Letterario

Sabato 18 aprile alle ore 18,00 appuntamento alla Libreria Alfabeta per Caffè Letterario con la presentazione del libro “Spiccioli”, edito da Mobydick, dello scrittore faentino Giovanni Nadiani. L’incontro introdotto da Marcello Savini si concluderà con l’aperitivo offerto come di consueto a tutti gli intervenuti.Il "meticciato" linguistico e dei generi che Nadiani da sempre persegue in poesia e nella scrittura teatrale, trova un naturale pendant in questi testi scritti per giornali, riviste, antologie e blog vari, spesso attraversati da diverse forme di ironia e di registro. Microstorie di stampo sudamericano, aneddoti e note di viaggio, monologhi o dialoghi "da bar" in ogni caso intenzionati a lasciare una traccia grafica e temporale, per quanto esigua, di un quotidiano "popolare". Giovanni Nadiani è nato nel 1954 a Cassanigo di Cotignola e vive a Reda di Faenza. A partire dal 1987 ha pubblicato per Mobydick diversi volumi di storie brevi, di poesia e teatro in dialetto nonchè, in collaborazione col gruppo Faxtet, CD poetico musicali, diventati spettacoli e portati in scena in innumerevoli occasioni.

"In libreria" di DAVIDE SILVESTRI

Lo scrittore veneziano DAVIDE SILVESTRI è stato ospite di Caffè Letterario il 6 ottobre scorso con il suo romanzo "La linea generale". Vendiamo cervelli a fettine, in libreria. Scariche neuronali, a miliardi di miliardi. Connessioni sinaptiche che hanno generato sogni finiti su pagine sottili. Vendiamo cervelli, sogni di scrittori. Vendiamo l’entusiasmo degli scrittori all’inizio delle loro opere, la loro felicità quando concepiscono l’idea che poi li farà scrivere. Vendiamo felicità, in libreria, la felicità degli scrittori. Vendiamo le serate passate a scrivere, anche loro finite sulle pagine sottili, le mattine passate a scrivere. Vendiamo anche la delusione degli scrittori, quando hanno fallito. I libri falliti sono tristi. Qualcosa li uccide prima che diventino grandi. Bisognerebbe fargli un funerale, ma non abbiamo tempo. Dobbiamo vendere i libri, la gente entra e ha fretta. di Davide Silvestri

sabato 11 aprile 2009

Mercoledì 15 aprile - "Il presidente del Borgorosso" serata conviviale con Andrea Bruni

Mercoledì 15 aprile, alle ore 20,30 nel ristorante dell’Hotel Ala d’Oro, secondo appuntamento conviviale dedicato al cinema e alla Romagna con il film “Il Presidente del Borgorosso Football Club”. Interpretato da un grande Alberto Sordi, che collaborò anche alla sceneggiatura, il film girato fra Lugo e Bagnacavallo nel 1970 sarà l’occasione per ricordare e rivedere la nostra realtà a quasi quarant’anni di distanza. Alla serata interverranno infatti oltre al critico cinematografico Andrea Bruni, anche alcuni fra gli attori/personaggi locali che parteciparono alla realizzazione del film. Film in cui, scippando parecchi luoghi comuni al rutilante, folle e spendaccione mondo del calcio all’italiana, Alberto Sordi si butta con entusiasmo nel ruolo di un presidente improvvisato e dalla manica larga, determinato a conquistare tifosi e vittorie per la sua squadra, il Borgorosso Football Club. Team dalle maglie bianconere (forse in riferimento al romagnolo Cesena, approdato per la prima volta in B nel 1968), ma con vaghi riferimenti all’ambiente interista, specie per la presenza di quell’allenatore sudamericano (Carlo Taranto), che sembra fare il verso al grande Helenio, allora, però, già “scomodamente” assiso sulla panchina della Roma, la squadra tanto amata da Sordi. La cornice del film è quella della fine degli anni Sessanta, quando il calcio, ormai divenuto passione divorante degli italiani, cominciava a passare dall’asse Milan-Inter milanese a quello juventino, via Cagliari e Fiorentina. Benito (Alberto Sordi) è un piccolo funzionario del Vaticano, catapultato in una situazione più grande di lui: alla morte del padre, il Nostro si ritrova a dover dirigere una società di calcio ben avviata in provincia e una proprietà vinicola. In un delirio di onnipotenza, vorrà far tutto, anche l’allenatore, accomodandosi in panchina, con esiti prevedibili e il pignoramento finale di ogni suo avere.

Questo il menù della serata:

  • Aperitivo con stuzzicherie,
  • Tagliatelle al ragù di prosciutto e piselli,
  • Latte brulè,
  • Caffè €. 20,00 per persona bevande incluse e ricordate.... Chi si astiene dalla lotta è un gran figlio di ...

mercoledì 8 aprile 2009

ANNULLATO L'INCONTRO CON LUIGI DE MAGISTRIS

A causa di impegni televisivi il magistrato Luigi De Magistris ha annullato l'incontro previsto a Caffè Letterario per venerdì 10 aprile. Considerato che questa è la terza volta che a distanza di pochi giorni dall'incontro il giudice napoletano annulla la sua presenza a Lugo, l'appuntamento non verrà rinviato ad altra data ma è da considerarsi definitivamente annullato.

lunedì 6 aprile 2009

La serata con "il fado" di ELISA RIDOLFI

Incontro inaugurale del mese di aprile di Caffè Letterario dedicato alla musica e alla poesia quello di ieri sera al Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro. Protagonista il “fado” con la bravissima cantante Elisa Ridolfi accompagnata dalla chitarra di paolo Galassi e dal basso acustico di Marco Galassi. Una serata inusuale per Caffè Letterario che grazie alle note del trio di Elisa Ridolfi e ai sapori della cucina lusitana appositamente preparati per l’occasione ha visto trasformare il ristorante dell’Ala d’Oro in una vera e propria casa del Fado di Lisbona. E infatti il Fado è per eccellenza la canzone di Lisbona. Prodotto di un sentimento intimo è ancora oggi la caratteristica più nobile e genuina della cultura portoghese. Oggi, il Fado è un simbolo riconosciuto del Portogallo, una musica di risonanza mondiale che mantiene la sua essenza pur adeguandosi ai tempi. Elisa Ridolfi, considerata una delle maggiori interpreti del fado in Italia, è riuscita a ricreare, nel suo concerto, l’incantesimo del Fado facendo scoprire attraverso melodie strazianti e versi di poesia le atmosfere di una città strana come Lisbona, schiacciata fra la vecchia Europa e il Nuovo Mondo. Non a caso, la parola Fado deriva dal latino fatum (destino) in quanto le musiche si ispirano al sentimento portoghese della saudade e raccontano storie di emigrazione, lontananza, separazione e sofferenza. « Tutto a Lisbona trasmette saudade, e ancor di più questa spianata di fronte al vuoto, e stando qui, aspirando la brezza che increspa il Tago, cioè il Tejo, si intuisce vagamente cosa sia questa inesplicabile sensazione di rimpianto, di mancanza, e al tempo stesso desiderio di raggiungere l'inaccessibile, malinconico bisogno di utopia che è poi l'orizzonte stesso, un sentimento che i trovatori medievali chiamarono saudade e da allora in nessuna lingua si è trovato un termine appropriato per tradurlo. » Pino Cacucci