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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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sabato 7 marzo 2009

Domenica 8 marzo - FOLCO QUILICI a Caffè Letterario

Ancora un grande nome della Cultura protagonista a Caffè Letterario domenica 8 marzo alle ore 21,00 nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro dove il famoso documentarista cinematografico e scrittore Folco Quilici presenterà il suo ultimo romanzo “Libeccio” edito da Mondadori nel 2008. Marco Sangiorgi, curatore della rassegna letteraria lughese, introdurrà la serata che terminerà, come sempre, con la consueta degustazione di vini.“Libeccio” è il racconto di tre giovani anarchici nella Toscana di fine ‘800 che, insofferenti alle leggi e alle costrizioni famigliari, lasciano l'Italia illudendosi di poter raggiungere selvagge terre lontane dove divampa la febbre dell'oro. Sognano libertà e fortuna. Non sarà facile. Iniziata la fuga, i tre cancellano i loro nomi di battesimo e scelgono di chiamarsi come i venti più impetuosi: Libeccio, Grecale e Maestrale. Insieme affronteranno un mondo sconosciuto, dovranno superare ostacoli imprevisti, vivranno situazioni emozionanti ma anche drammatiche. Dei tre, Libeccio sarà il solo a non lasciarsi mai abbattere, deludere, vincere. Non lo fermerà nemmeno la dolcezza d'una donna straordinaria, che gli donerà felicità e sicurezza ma non riuscirà a soffocare il suo desiderio di libertà. Con i due compagni, Libeccio proseguirà senza voltarsi indietro il cammino verso la loro meta lontana. Sino a giungervi, infine: per vivere le stagioni terribili del grande nord ma anche il lungo momento della felicità sognata.
Folco Quilici, giornalista, scrittore e regista, è il protagonista per eccellenza della storia del documentario di cultura e viaggio in Italia. Nato a Ferrara nel 1930, Quilici ha realizzato un’enorme quantità di documentari su gran parte dei paesi del mondo, e specialmente sul rapporto tra l’uomo e il mare. Ricordiamo in modo particolare i suoi lavori “Sesto continente” (Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), “Ultimo paradiso” (Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1956, tratto da un testo di Ennio Flaiano ed Emilio Cecchi) e “Oceano” (Premio Speciale Festival di Taormina del 1971 e Premio David di Donatello del 1972). È stato inoltre autore di numerosi film di argomento artistico, come la serie intitolata “L’Italia dal cielo”, il cui episodio “Toscana” ebbe nel 1972 la nomination all’Oscar. Ha lavorato moltissimo per la televisione, collaborando, in Italia e all’estero, con serie come “Alla scoperta dell’Africa” (1964-1965), “L’uomo europeo” (1976-1980), “Viaggi nella storia” (1992-1993) e “Italia infinita” (1996-2002). Per i film delle produzioni “Mediterraneo” (1971-1976) e “Uomo europeo”, ha collaborato con lo storico Fernand Braudel e l’antropologo Lévi-Strauss. In “L’Italia dal cielo” invece, intervennero autori come Italo Calvino, Leonardo Sciascia e Ignazio Silone. Curatore della rubrica GEO Rete 3, RAI, dal 1971 al 1989, dal 2002 collabora con trasmissioni di viaggio del canale satellitare Marco Polo (Sky). È autore di numerosi saggi: ricordiamo, tra gli altri, “Sesto continente” (1965), “Il riflesso dell’Islam” (1983), “Il mio Mediterraneo” (1992) e “Tobruk 1940” (2004), oltre alle opere biografiche “Amundsen” (1998) e “Jack London” (2000) (Premio Chianciano e Premio Castiglioncello), di cui è coautore insieme alla moglie Anna. In campo narrativo, vanno menzionati, “Cacciatori di navi” (1985), tradotto anche negli Stati Uniti, “Cielo verde” (1997) e la serie “Alta profondità”, che comprende “L’abisso di Hatutu” (2001), “Mare Rosso” (2002), “I serpenti di Melqart” (2003) e “La Fenice del Bajkal” (2005). Premio Campidoglio per la Carriera, per il giornalismo culturale, nel 1997, collabora fin dal 1954 con alcune tra le principale testate giornalistiche italiane: ricordiamo quotidiani come “La Stampa”, “Il Corriere della Sera” e “Il Giornale” e periodici come “Life”, “Epoca”, “Panorama” e l’“Europeo”. Ha poi insegnato presso l’Università di Bologna e quella di Berlino, e inoltre alla Terza Università Roma, alla Cattolica di Milano e all’Università di Padova, senza dimenticare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si era diplomato da studente. Le fotografie che ha realizzate a partire dal 1949 sono più di un milione, e sono adesso state affidate all’Archivio Alinari. Secondo la rivista FORBES (2006), i suoi film e i suoi libri sull’ambiente e sulle culture del mondo ne fanno uno dei cento autori più influenti del mondo.

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