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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
Per Informazioni : 0545 22388 - claudio@aladoro.it
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mercoledì 25 febbraio 2009

Venerdì 27 febbraio - CLAUDIO SPADONI a Caffè Letterario

Venerdì 27 febbraio, alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro ultimo appuntamento del mese di Caffè Letterario con il direttore del MAR (Museo d’Arte della città di Ravenna) Claudio Spadoni, che presenterà la mostra, inaugurata domenica scorsa a Ravenna, “L'Artista viaggiatore da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani”. Dopo le mostre dedicate ad Arcangeli e a Corrado Ricci, Claudio Spadoni torna a Caffè Letterario per introdurci in questa importante esposizione che presenta alcuni degli artisti più significativi, che affascinati dall'universo del viaggio, hanno vissuto e viaggiato in giro per il mondo. E’ infatti nell'Ottocento che nasce il viaggio inteso come desiderio e "scoperta" di nuovi orizzonti, di paesi, di popolazioni e di culture anche artistiche sconosciute. È con Gauguin, sul finire del XIX secolo, che lo sguardo dell'artista europeo diventa fatto creativo ed estetico a tutto tondo: la vita, l'arte, la cultura di popoli lontani, i paesaggi, i corpi, i colori di paesi esotici e primitivi innestano una svolta decisiva all'arte europea. Claudio Spadoni, curatore della mostra, presenterà i percorsi di alcuni dei più significativi pittori che hanno viaggiato e vissuto fuori dall'Europa, ma anche come i quattro continenti extraeuropei (Asia, Africa, Americhe e Oceania) furono vissuti e visti dagli artisti "occidentali", a cavallo tra l'orientalismo ottocentesco di Alberto Pasini e le avanguardie, che hanno rielaborato in nuovi termini stilistici le suggestioni esotiche. I luoghi diventano i veri protagonisti del progetto: la Tahiti di Gauguin e Matisse, il Siam di Chini, la Nuova Guinea di Nolde e Pechstein. Si partirà dagli esiti del realismo ottocentesco fino al post-impressionismo per poi giungere alla prima metà del XX secolo con l'espressionismo, il surrealismo, agli anni '50, con Dubuffet, Tobey, Alechinsky, certe derivazioni dal calligrafismo giapponese con Mathieu e i percorsi dei più contemporanei Boetti, Mondino e Ontani. La serata si concluderà come d’abitudine per Caffè Letterario con l’abituale degustazione di vini. (ingresso libero) L’artista viaggiatore. Da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani Curatori: Claudio Spadoni, Tulliola Sparagni Dal 22 febbraio al 21 giugno 2009 Museo d’Arte della città di Ravenna Orari: fino al 31 marzo: martedì - venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19 dall’1 aprile: martedì - giovedì 9-18; venerdì 9-21; sabato e domenica 9-19 lunedì chiuso Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro, studenti accademia e università, insegnanti 4 euro ufficio.stampa@museocitta.ra.it www.museocitta.ra.it

martedì 24 febbraio 2009

I ritratti di STEFANO BABINI

Dopo il ritratto di Eraldo Affinati pubblicato nel post precedente, continua la serie di acquarelli del fumettista lughese STEFANO BABINI dedicati agli autori ospiti di Caffè Letterario. Ecco i ritratti del giornalista Salvatore Giannella che il 30 gennaio scorso ha presentato il suo saggio "Voglia di cambiare" e del fotografo irlandese David Farrell, protagonista dell'inaugurazione di "Lugo Land" sabato 14 febbraio. Salvatore Giannella

David Farrell

"A Lugo..." di ERALDO AFFINATI

La mia presenza a Lugo è stata rapida, eppure indimenticabile. Ho trovato molti amici: persone vere che mi hanno fatto sentire a casa, essendo di madre romagnola. La loro spontaneità mi ha conquistato. Certo il paesaggio che avevo di fronte non era quello dei calanchi che ricordavo a Riolo Terme. Ma i cappelletti in brodo mi sono sembrati uguali a quelli che mangiavo da piccolo. Io sono un appassionato della prima guerra mondiale, quindi il museo di Francesco Baracca era per me una visita obbligata. Il velivolo esposto al pianoterra dovrebbe indurre tutti noi all'ammirazione nei confronti di questo avventuriero dei cieli. Ho avuto modo di conoscere anche l'ex calciatore della Roma Valerio Spadoni: lo ricordavo quando giocava, formidabile ala destra, nella squadra del mago Herrera; ritrovarlo a dirigere una libreria mi ha emozionato. Grazie a Claudio, straordinario albergatore, letterato squisito e fotografo di gran classe, che spero di poter rivedere ancora! Un abbraccio. Eraldo Affinati
Eraldo Affinati visto da STEFANO BABINI

lunedì 23 febbraio 2009

La serata con CATERINA CAVINA

Sabato 21 febbraio Caffè Letterario ha festeggiato il week-end di Carnevale con una divertentissima serata conviviale dedicata al libro di Caterina Cavina, “Le ciccione lo fanno meglio” edito da Baldini Castoldi Dalai nel 2008. Serata tutta al femminile con l’introduzione al libro affidata alla curatrice di Caffè Letterario Patrizia Randi, che ha poi condotto nel dopo cena la chiaccherata con la vulcanica scrittrice imolese. Ogni corpo ha una storia da raccontare. E su un corpo, e la persona che contiene, Caterina Cavina ha imperniato il suo romanzo. Il corpo è quello di Alice, trentenne emiliana che i benevoli definirebbero “abbondante”, e i malevoli “cicciona”, appunto. In comune con la protagonista del racconto, Caterina ha lo spirito caustico, la taglia extralarge e una teoria: «La nostra società celebra solo la mediocrità. Quello che esce dalle righe del mediocre non viene trattato in modo normale. Vedi, io sono una donna grave obesa che vive una normale vita fatta di lavoro, amicizie, relazioni sentimentali e sessuali. Non c’è la fila sotto casa mia, ma non mi posso lamentare. Tuttavia, solo il fatto che dica “Ebbene sì, sono una grave obesa ma i maschi non mi mancano”, fa notizia. In realtà la mia è la norma. Quante donne grasse conosciamo che hanno marito, figli e amanti? Tante!» Divertente anche la descrizione che la Cavina ha fatto del mondo della Bassa, nel quale la scrittrice ha ambientato il suo romanzo, dove rotolano i peggiori personaggi, quasi sempre maschili, ma che è anche uno dei luoghi più fertili dove scovare storie da raccontare. E volare basso “tanto da essere sorvolati dalle talpe” (come si diceva a proposito dei Governi Andreotti, tanto per ricordare l’incontro del girono precedente col giornalista Massimo Franco dedicato al “divo Giulio”) ogni tanto, può far bene a tutti. Specialmente nei giorni di carnevale, dove, come ci insegnano gli antichi, “semel in anno licet insanire”. Chiudiamo citando il blog di Caterina Cavina “Grassa e bella” (www.grassaebella.splinder.com) che recita: “Ieri ho presentato il libro al ristorante Ala D'Oro di Lugo. Premetto che non mi hanno pagato per scrivere questo: MA SONO STATI GRANDISSIMI! Soprattutto Patrizia Randi che era documentatissima. COMMENTO A MARGINE. UNA PASSERA ALATA NON POTEVA CHE STARE DA DIO ALL'ALA D'ORO”

La serata con MASSIMO FRANCO

Ecco le immagini della interessantissima serata di venerdì scorso, 20 aprile, con Massimo Franco, notista politico del Corriere della Sera che ha presentato il suo ultimo lavoro “Andreotti” edito da Mondadori nel 2008. L’incontro organizzato in collaborazione con “Associazione Eco” è stato introdotto da Paolo Galletti che dall’alto della sua esperienza di deputato alla Camera per due legislature ha aperto la discussione sul “divo Giulio” , sicuramente uno dei personaggi politici più controversi della storia della nostra Repubblica. Il libro di Franco racconta la vita di Andreotti a cominciare dai primi anni di vita dell’Italia repubblicana quando poco più che ventenne fu praticamente imposto dal Vaticano a De Gasperi come suo delfino, fino ai giorni nostri con i ben noti processi di mafia in cui è stato coinvolto. Un tema vastissimo e talmente controverso da far percepire la figura di Andreotti in questi anni in modi diametralmente opposti; o come uno dei paladini della democrazia parlamentare in Italia, o come uno dei peggiori criminali, cinico mandante di efferati delitti. In un contesto simile il tono pacato, ma allo stesso tempo preciso e trasparente, con cui Massimo Franco ci ha parlato del “senatore a vita” ha senz’altro aiutato tutti a farsi un idea un po’ più chiara su questa ambigua figura della scena politica italiana. Com’era poi prevedibile, tantissime le domande all’autore da parte del pubblico presente, incentrate soprattutto sul difficile rapporto politica/magistratura che ha segnato in maniera così profonda la vita della seconda repubblica e che forse è proprio connaturata alla nostra natura di italiani, sempre divisi “senza se e senza ma” fra innocentisti e colpevolisti. Ma come ha precisato Massimo Franco: “Le cose quasi sempre sono più complesse..”

"Libri e Filosofia" di DAVIDE SILVESTRI

Lo scrittore veneziano DAVIDE SILVESTRI è stato ospite di Caffè Letterario il 6 ottobre scorso con il suo romanzo "La linea generale".
“Il monte analogo” di Renè Daumal è forse il libro più intriso di filosofia che mi sia capitato tra le mani, una filosofia che però è del tutto invisibile, sciolta com’è alla perfezione tra le righe. Parla di montagne ma non si tratta di alpinismo. E’ stato scritto da un uomo a un passo dalla vetta e finisce con una virgola. Proprio così, l’ultima cosa che Daumal è riuscito a scrivere di questo libro, prima di morire, è stata una virgola. Il libro parla della scalata impossibile di un monte che non esiste fatta da uomini che si sono dimenticati di loro stessi. Tutto è talmente assurdo che non cercherò di farne un riassunto. L’unica cosa che posso dire è che la sua scalata, quella più importante, Daumal l’ha fatta a letto, sfiatato dalla tubercolosi come un alpinista che si è spinto troppo in alto. C’è anche la sua foto, scattata pochi giorni prima della morte. Sembra davvero uno scalatore, con la barba e il viso magro e gli occhi spiritati di quelli che vanno in cerca della morte tra i crepacci, con le mani e piedi gelati. Non ha piantato bandiere da nessuna parte, Daumal, ha lasciato le cime vergini ancora più vergini di prima. Ma qualcosa ha piantato, una piccola spina di ammirazione nel mio cuore, l’invidia dovuta alla consapevolezza che mai riuscirò a scrivere qualcosa di simile, dovessi vivere mille anni.
Davide Silvestri

venerdì 20 febbraio 2009

Sabato 21 febbraio - CATERINA CAVINA a Caffè Letterario

La seconda serata conviviale dell’anno di Caffè Letterario, collocata nel week-end di carnevale, sarà all’insegna del buon umore. Protagonista Caterina Cavina che sabato 21 febbraio alle ore 20,30 al Ristorante dell’Hotel Ala d’Oro presenterà il suo romanzo edito da Baldini Castoldi Dalai “Le ciccione lo fanno meglio”. Incontro tutto al femminile con l’introduzione alla serata che sarà affidata alla curatrice della rassegna letteraria lughese Patrizia Randi. Questo romanzo d’esordio della giornalista bolognese è la storia di un’anti Bridget Jones brutta e obesa alle prese con una serie di uomini (uno peggiore dell’altro) che, però, saprà tirare fuori le unghie e prendersi le sue rivincite. La Cavina riesce a raccontare le vicende di questa donna “extralarge” sdrammatizzandole, in modo talmente simpatico che le sue tragicomiche disavventure perdono ogni aspetto tragico ed alla fine la Alice, la protagonista, che il lettore immagina, diventa addirittura bella, bella a prescindere, perché bella dentro. Nonostante gli eventi della vita di Alice siano tutt’altro che allegri ed edificanti il tono del racconto è quello di una donna che, alla fine, ha comunque del tutto superato, emotivamente e psicologicamente, tutti gli ostacoli che la separavano dall’indispensabile stato di equilibrio e che si può addirittura permettere, alla faccia dell’intero paese (metafora di una società che si ferma alla superficie delle cose ma soprattutto a quella delle persone) di scegliere di rimanere da sola, non più tristemente “zitella” ma orgogliosamente “single”. Una sorta di romanzo di formazione per ragazze grasse nel quale Caterina Cavina ha condensato con ironia le sue esperienze e quelle delle lettrici del suo blog. Lanciando un messaggio di fondo: “Se per farti perdonare qualche diversità fisica accetti che gli altri ti trattino male, sarai sempre una vittima. Un’obesa può vivere una vita piena di ottime storie d’amore e di sesso. Come tutte le altre donne”. Questo il menù della serata: Aperitivo con stuzzicherie Pollo allo zenzero con cous cous di verdure patate e cavolfiore al curry Cremoso al cioccolato con cannella e peproncino Caffè Il costo per persona è di €. 20,00 (bevande incluse). E’ raccomandata la prenotazione.

mercoledì 18 febbraio 2009

Venerdì 20 febbraio - MASSIMO FRANCO a Caffè Letterario

Dopo Gianpaolo Pansa, Massimo Fini, Edmondo Berselli, e Salvatore Giannella un’altra grande firma del giornalismo italiano è ospite di Caffè Letterario. Venerdì 20 febbraio alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro Massimo Franco presenterà il suo ultimo libro “Andreotti” edito da Mondadori nel 2008. L’incontro organizzato in collaborazione con “Associazione Eco” sarà introdotto da Paolo Galletti e si concluderà con l’abituale degustazione di vini. Il libro di Massimo Franco è la biografia di un "sopravvissuto" un po' speciale: due guerre mondiali, sette papi, monarchia, fascismo, prima e seconda Repubblica, e ben sei processi per mafia. È la storia delle due vite (una precedente e una successiva ai clamorosi processi che lo hanno visto imputato per un decennio) di un ex potente, che solo a fatica può definirsi ex, dato che ancora oggi continua a far sentire la propria influenza in Italia. Ma, soprattutto, questo libro è la storia di un pezzo del nostro Novecento, visto attraverso le miserie e la nobiltà della classe dirigente cattolica: nel passaggio traumatico dalle cronache politiche a quelle giudiziarie, si coglie la perdita d'identità non solo di una nomenklatura, ma di un pezzo dell'Italia moderata. Vent’anni dopo la pubblicazione di “Andreotti visto da vicino”, Massimo Franco, notista politico del “Corriere della Sera”, analizza l’impatto del senatore a vita con «i marziani della Seconda Repubblica», svela i retroscena del suo presunto bacio con Totò Riina attraverso testimonianze sorprendenti dei magistrati di Palermo, studia il rapporto con Giovanni Paolo II nel periodo dei processi e il sostegno datogli dal Vaticano, racconta la depressione di Andreotti e della moglie in quegli anni difficili. E svela i primi segreti dell’archivio Andreotti, ancora in gran parte chiuso al pubblico. Un intrigante ritratto dell’ex leader democristiano con un apparato iconografico che raccoglie fotografie e materiali finora mai pubblicati. Massimo Franco è notista politico del “Corriere della Sera”. Ha lavorato come inviato ed editorialista ad “Avvenire”, “Il Giorno”, “Panorama”. Collabora con la rivista di geopolitica “Limes” ed è membro dell’International Institute for Strategic Studies di Londra. Il suo ultimo saggio, “Imperi paralleli”, edito da Mondadori nel 2005, è stato acquistato dalla Random House di New York e sta per essere pubblicato in inglese in tutto il mondo. Sempre per Mondadori l’autore aveva già pubblicato “Tutti a casa” (1993) e “Hammamet” (1995).

martedì 17 febbraio 2009

L'inaugurazione di "Lugo Land"

Pubblico delle grandi occasioni sabato scorso per la vernice della mostra fotografica “Lugo Land”. Più di duecento persone hanno assistito nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro alla presentazione del catalogo edito da Punctum alla presenza del Sindaco di Lugo Raffaele Cortesi, dell’Assessore alla Cultura Giovanni Barberini, di Luca Nostri, curatore del progetto e del fotografo irlandese David Farrell. L’idea di fare fotografare la nostra città a fotografi di livello internazionale era nata già tre anni fa quando Olivo Barbieri fu chiamato a fotografare dall’alto il territorio lughese e le sue inusuali vedute aeree furono raccolte nel volume “Lugo e il mare”. Il secondo atto del progetto fu affidato poi l’anno successivo al fotografo David Farrell, vincitore del prestigioso Leica European Publischer Award nel 2001. In un’atmosfera beckettiana, l’artista irlandese, partendo dal monumento a Francesco Baracca si immerse nelle nostre più tipiche nebbie invernali ricavandone delle memorabili immagini raccolte nel volume “Né vicino, né lontano. A Lugo”. Quest’anno i fotografi coinvolti nel progetto sono stati dodici. Sei già celebri (Tim Davis, Marco Delogu, Guido Guidi, Graciela Iturbide, Xavier Ribas, Giovanni Zaffagnini) e sei emergenti (Cesare Fabbri, Marcello Galvani, Giuliano Matteucci, Luca Nostri, Sabrina Ragucci, Lorenzo Tugnoli). Il risultato sono sessanta fotografie (5 per autore), in forma di cartolina, che ci raccontano ciò che hanno scoperto, offrendo un’immagine della città vista attraverso altri occhi, che restituiscono aspetti, che per noi indigeni, spesso possono sfuggire allo sguardo. Le loro immagini, esposte alle Pescherie della Rocca e all’Hotel Ala d’Oro fino all’8 marzo, rimarranno affidate al tempo in una forma allo stesso modo nuova e antica: non un catalogo tradizionale ma un cofanetto di cartoline. A presentare il lavoro dei dodici autori sono state le bellissime parole del loro collega e predecessore David Farrell , le cui fotografie assieme a quelle di Olivo Barbieri sono esposte sempre all’Hotel Ala d’Oro a testimonianza della unicità del progetto iniziato tre anni fa. Nel corso della presentazione è stato proiettato anche il documentario di Donald Taylor Black “Elusive Moments” dedicato al fotografo irlandese e in parte girato proprio a Lugo mentre Farrell scattava le sue immagini sulle nebbie lughesi. Grande eco ha avuto questo evento anche sulla stampa, con le due bellissime pagine dedicate a Lugo Land dal “Venerdì di Repubblica” a firma di Michele Smargiassi e dalla pubblicazione di tutte le 60 fotografie in mostra, nel sito web di “Repubblica” (www.repubblica.it). Lugo Land è un’utopia che va assolutamente contromano. Pretende che ci sia ancora qualcosa da scoprire, semplicemente guardando con gli occhi più acuti della lente. E Lugo Land è diventato il set di una collettiva caccia al tesoro. (Michele Smargiassi)

giovedì 12 febbraio 2009

Sabato 14 Febbraio - "LUGO LAND" Inaugurazione della Mostra fotografica

Sabato 14 febbraio 2009 Inaugurazione Ore 17,00 Hotel Ala d'Oro C,so Matteotti, 56 - Lugo (Ra) Incontro con gli autori e presentazione del libro Lugo Land Ore 18,30 Pescherie della Rocca P.zza Garibaldi,1 - Lugo (Ra) Un progetto a cura di Luca Nostri La mostra rimarrà aperta dal 15 febbraio all' 8 marzo 2009 dal martedì al sabato: 15,30 - 18,30 domenica: 10 -12 / 15,30 - 18,30 TIM DAVIS MARCO DELOGU CESARE FABBRI MARCELLO GALVANI GUIDO GUIDI GRACIELA ITURBIDE GIULIANO MATTEUCCI LUCA NOSTRI SABRINA RAGUCCI XAVIER RIBAS LORENZO TUGNOLI GIOVANNI ZAFFAGNINI Da tre anni il Comune di Lugo commissiona a fotografi che si sono distinti a livello internazionale un progetto di ricerca sulla città. Ripercorriamo i progetti degli anni passati prima di presentare Lugo Land. 2006 - OLIVO BARBIERI Lugo e il mare Nel 2006 Olivo Barbieri ha sorvolato il territorio che separa Lugo dal mare, dando vita ad una serie di vedute aeree che permettono di accedere ad una diversa percezione della realtà, aprendo nuovi percorsi d’immaginazione attraverso un punto di vista inusuale. “Lugo e il mare” (ed. Punctum 2006), la pubblicazione che ne è seguita, rientra nel più ampio progetto “Site_Specific” di Barbieri, che coinvolge diverse aree del pianeta e che lo ha reso un protagonista indiscusso della scena artistica mondiale.
2007 - DAVID FARRELL Né vicino, né lontano. A Lugo Nel 2007 l’irlandese David Farrell, vincitore del prestigioso Leica European Publischer Award nel 2001, ha prodotto un secondo lavoro monografico: “Né vicino, né lontano. A Lugo” (ed. Punctum 2007). In un atmosfera beckettiana, farrell immagina di compiere un viaggio partendo, in un giorno di nebbia, dal monumento di Francesco Baracca, nel centro storico della città. Durante questo viaggio è guidato, si fa per dire, dalle improbabili mappe che si fa disegnare dalla gente del luogo. Si auto-ritrae nel paesaggio nebbioso, per poi, di notte, ritrovare finalmente la via verso il monumento.
Lugo Land coinvolge 12 fotografi. Davis, Delogu, Guidi, Iturbide (premio Hasselblad 2008), Ribas, Zaffagnini, hanno accettato di confrontarsi con alcuni fotografi italiani emergenti - Fabbri, Galvani, Matteucci, Nostri (ideatore e curatore del progetto), Ragucci, Tugnoli - realizzando ciascuno una storia in 5 fotografie sulla città. Le 60 visioni che ne sono risultate sono state riprodotte in forma di cartolina e raccolte in un cofanetto – Lugo Land (ed. Puncutum 2009) – e ci raccontano ciò che i fotografi hanno visto e scoperto.
Tim Davis artista americano, professore presso la prestigiosa Yale School of Art di New Haven, ha osservato la città di Lugo attraverso le sue superfici, il retro della cucina di un ristorante, la vetrina di un'agenzia immobiliare, un ufficio, i manifesti pubblicitari di un centro commerciale.
Marco Delogu sceglie di raccontare l’eroe Francesco Baracca partendo dal monumento a lui dedicato e fotografando in controluce, con un dorso polaroid, ne riscopre l'atmosfera metafisica.
Cesare Fabbri si è concentrato sulla zona residenziale di via Madonna delle Stuoie: un'area caratterizzata da basse case isolate su lotto che sembrano modellini di case americane.
Marcello Galvani trae spunto da un modellino (quello del monumento di Francesco Baracca trovato all'interno dell’omonimo museo), per poi spostare la sua attenzione sull’Aero Club.
Guido Guidi e Graciela Iturbide due grandi maestri della fotografia internazionale, dallo stile e dall'approccio opposto, restituiscono due visioni della città completamente differenti, come differenti sono le citazioni che introducono le loro fotografie. Guido Guidi sceglie un brano del filosofo Stanley Cavell: “Se io chiedo: ‘Hai mangiato tutta la mela?’ e mi risponde decisamente: ‘Sì’, quale sarebbe la replica se io andassi a controllare e dicessi: ‘Ma non l’hai mangiata tutta, hai lasciato il torsolo, il picciolo e i semi’?” (S. Cavell, La riscoperta dell’ordinario. La filosofia, lo scetticismo, il tragico) Graciela Iturbide cita invece il fotografo Brassai: “La vita non può essere compresa attraverso il realismo o il naturalismo, ma solo attraverso il sogno, il simbolo, o l'immaginazione”.(Brassai)
Giuliano Matteucci ha lavorato sui nigeriani della Chiesa Pentecostale di Zion, che si riniscono la domenica mattina nelle sale del centro sociale,’il Tondo’, mentre Sabrina Ragucci ha raccontato le attività diurne degli anziani che sono ospiti in una sezione diversa del medesimo centro sociale.
Luca Nostri ha approfondito alcuni aspetti della cultura Ebraica lavorando a contatto con i rappresentanti della ormai esigua comunità presente nella città.
Xavier Ribas tra i più importanti fotografi spagnoli contemporanei, s’immedesima in una celebre nobildonna lughese del settecento, Cornelia Rossi Martinetti, fotografando gli interni del palazzo dove abitava, e immaginandone le passeggiate quotidiane.
Lorenzo Tugnoli lughese di nascita, ci ha lasciato una visione personale di scorci di una Lugo che conosce bene, “nella pace liquida della nebbia e della notte”.
Giovanni Zaffagnini sceglie via Don Minzoni perché: “le case sono basse e chiare, la strada è larga, inondata di luce a qualsiasi ora del giorno” e perché ne immagina gli abitanti: “persone tranquille che camminano lentamente, e questo camminare lento consente la scoperta di particolari che solitamente sfuggono ad uno sguardo affrettato”.
Il progetto verrà presentato il 14 febbraio a Lugo presso le sale espositive delle Pescherie della Rocca e dell’Hotel Ala d’oro, secondo il programma indicato sull’invito. Ospite speciale il fotografo David Farrell che presenterà in anteprima italiana il documentario David Farrell: Elusive Moments, del regista Donald Taylor Balck, in parte girato a Lugo. I dettagli dell’evento sono consultabili sul sito www.lugoland.it

La serata con ANDREA BAJANI

Ancora una bella serata per Caffè Letterario quella di mercoledì scorso con lo scrittore torinese Andrea Bajani che ha presentato il suo ultimo libro edito da Einaudi “Domani niente scuola”. Ecco le immagini dell’incontro.

sabato 7 febbraio 2009

Mercoledì 11 febbraio - ANDREA BAJANI a Caffè Letterario

Mercoledì 11 febbraio alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, secondo appuntamento, dei sei in calendario nel mese di febbraio, per Caffè Letterario. Sul palco della rassegna letteraria lughese salirà il giovane scrittore torinese Andrea Bajani che presenterà il suo ultimo romanzo edito da Einaudi “Domani niente scuola”. A introdurre la serata, che terminerà come di consueto con l’abituale degustazione di vini, sarà Patrizia Randi. “Domani niente scuola” si può definire il ritratto ad altezza d'occhi di una generazione, quella dei teenagers, che facciamo finta di non capire ma che, ancora prima di essere un campione statistico da commiserare o condannare, è un gruppo di persone affacciate sul mondo disorientato degli adulti. In un momento come questo in cui l'universo degli adolescenti viene studiato soltanto col cipiglio perplesso degli entomologi, con l'atteggiamento diagnostico degli psicologi o con la verve scandalistica dei cronisti, Andrea Bajani ha deciso di calarsi tra i ragazzi delle nuove generazioni. È ritornato prima tra i banchi di scuola (a Torino, Firenze e Palermo) e poi in gita di classe a distanza di 15 anni dal suo esame di maturità. Il risultato è un reportage ironico sull'Italia dei teenagers, raccontato da un infiltrato, poi diventato in qualche modo ostaggio dei ragazzi, tra chiacchiere sul pullman, foto di classe e improbabili discoteche turistiche. Andrea Bajani è nato a Roma nel 1975 e attualmente vive a Torino. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo, “Morto un papa”, cui fa seguito, l’anno successivo, il breve romanzo picaresco “Qui non ci sono perdenti”. La pubblicazione del suo terzo romanzo, “Cordiali saluti” (Einaudi 2005), viene accolta con entusiasmo da critica e pubblico, e il romanzo viene tradotto in Francia. “Cordiali saluti”, che ha al centro la storia di uno scrittore di lettere di licenziamento, inaugura una stagione di romanzi italiani dedicati al tema del lavoro. Nel 2006 esce il reportage “Mi spezzo ma non m’impiego” (Einaudi), viaggio-inchiesta nell’universo dei nuovi lavoratori precari. Del 2007 è il romanzo “Se consideri le colpe”, salutato dalla critica come uno dei romanzi più importanti degli ultimi anni, e in corso di pubblicazione anche presso Gallimard. Con questo romanzo ha vinto i premi Mondello, Recanati e Brancati. Per il teatro, è coautore dell’ultimo spettacolo teatrale di Marco Paolini, “Miserabili”, attualmente in cartellone in molti teatri italiani. Collabora con Rai Radio Due, dove conduce la trasmissione “Trame”. Collabora con i quotidiani La Stampa e l’Unità.
Bibliografia · Morto un papa (Portofranco, 2002) · Qui non ci sono perdenti (PeQuod, 2003) · Cordiali saluti (Einaudi, 2005) · Mi spezzo ma non m'impiego (Einaudi, 2006) · Se consideri le colpe (Einaudi, 2007) · Domani niente scuola (Einaudi, 2008)

venerdì 6 febbraio 2009

"L'ottimismo impossibile" di IVANO NANNI

Sull'incontro con Salvatore Giannella di venerdì 30 gennaio
“Voglia di cambiare” è un titolo molto bello che si addice molto bene a un popolo impassibile come il nostro che pensa alle sfide della convivenza civile e alla sostenibilità ecologica come a un gioco di società che ha al suo centro la chiacchiera e non l’azione virtuosa e positiva. Mentre ascoltavo Salvatore Giannella parlare di come le altre nazioni affrontano e vincono le sfide alla sostenibilità ambientale nei loro paesi, sentivo crescermi dentro un intreccio di sentimenti da andavano dall’ammirazione allo sconforto, dalla pietà alla rabbia. Possibile che negli altri paesi sia così tutto facile e da noi, al contrario, tutto così complicato? Da dove nasce questo sadismo che mettiamo nel complicarci la vita? E pensare che non ci sarebbe nemmeno bisogno di elaborare delle idee nuove, basterebbe copiare quei progetti che i nostri vicini hanno messo in campo per uscire dall’asfissia della nullafacenza. Non ci sarebbe nulla di male nell’emulare le loro azioni virtuose, adattarle alle nostre necessità e sperimentare quello che da altre parti funziona bene. Ma paradossalmente non lo facciamo. Da noi la politica non mette al centro dell’azione il benessere della comunità, ma la battaglia tra gruppi politici opposti, il cui scopo prevalente è quello di bastonare la parte avversa umiliandola con gogne e forche caudine. Per cui ogni energia invece di essere impiegata per progettare il benessere comune è volta a combattere sempre su due fronti. Uno esterno che consiste sostanzialmente nel denigrare gli oppositori politici, fare promesse insostenibili, confondere gli elettori con una propaganda sviante. Chiunque abbia avuto l'occasione di seguire qualche dibattito politico televisivo ne è uscito abbattuto e senza speranza. Sembra di assistere al traffico di rigattieri che discutono del prezzo di un secchio sfondato o dell'eredità di un barbone che lascia i suoi cartoni a una banca d'affari. Battaglie risibili come si capisce, la politica nostrana finge compromessi e prepara vendette, in questo bollore di fango ci sguazza; poi sul fronte interno, dove ci si guarda le spalle dagli amici e si regolano i conti con le fazioni e le sottocorrenti. In fondo non siamo ancora usciti dalle lotte per le investiture e dalle trame di corte, e le energie migliori vengono spese per affilare i coltelli dei sicari. Una perversa logica dell’alternanza prevede che chi vince le elezioni cancella quello che gli altri hanno fatto e non importa se in mezzo c’è qualcosa di buono. Si butta tutto. Tutto in discarica senza differenze. Ma se c’è una lezione importante da ricavare dal libro di Giannella riguarda proprio la cooperazione come unica fonte di sopravvivenza per l’uomo confinato nel suo complesso habitat, fatto di natura e tecnologia,di innovazione e di profitti temperati da un umanesimo non di facciata. Facilitare la vita di tutti è il primo dovere di una nazione, cioè inventare soluzioni che prevedono due cose: la conservazione dell’ambiente e l’efficienza dell’amministrazione. Che è come dire ecologia e onestà. Filosofia dell’ambiente ed etica della convivenza civile. E la prima raccolta differenziata dovrebbe essere questa. Ma se non siamo in grado di distinguere le idee buone da quelle cattive ancorché vengano da parti a noi non congeniali che prospettive abbiamo nella raccolta, per dire, del pattume? Sarà il solito caos da spreco, ammesso che riesca a partire qualcosa in quel senso. Il primo ambiente da rispettare è il campo avversario; ma per fare questo si deve ammettere che si vive in una comunità e non in una corte interna, si deve ammettere che le soluzioni ai problemi sono contingenti e mobili, che si deve essere duttili e capaci di rinunciare alle proprie opinioni se ne giungono di meglio da altre parti, si deve anche ammettere che nessuno ha il diritto di prendere più spazio di quello che gli serve per vivere una vita dignitosa, e si deve ammettere che il nostro vicino ha i nostri stessi diritti e che l’efficienza di un sistema parte dal riconoscimento che ognuno può essere meno stupido nei comportamenti se si riconosce che la stupidità è una fonte rinnovabile e si fa qualcosa per contenerne le conseguenze. Disgraziatamente ho l’impressione che ci siamo impantanati in due delle tre categorie previste dallo storico Carlo Cipolla che in un suo divertente trattato –Allegro ma non troppo- suddivide i tipi umani in tre classi. Gli intelligenti che compiono azioni che portano vantaggi a tutti, i cinici che fanno cose che portano vantaggi a se stessi e non ad altri, e gli stupidi che fanno del male a se stessi e agli altri. È lampante che abbiamo piantato le nostre bandierine nelle categorie due e tre, credendo stupidamente che gli stupidi sono tutti gli altri che non l'hanno fatto. Ivano Nanni

"Andrew Sean Greer a Bologna" di DAVIDE SILVESTRI

Ecco, abbiamo davanti a noi l’uomo che ha scritto i due più bei romanzi degli ultimi dieci anni. Magro, alto e pallido. Sembra uno di quei criceti bianchi con gli occhi rossi, saluta e arrossisce come un bambino mentre si siede davanti al microfono. Ha delle belle mani lunghe, che muove davanti al viso quando parla. E’ simpatico, sempre pronto a ridere e a far ridere. A tratti i suoi occhi diventano penetranti: quando parla del suo lavoro, per esempio. E’ uno che vuole la perfezione, lo si capisce subito. I suoi occhi bucano la gente, quando parla del suo lavoro, il suo atteggiamento cambia del tutto, la timidezza sparisce e compare in modo quasi doloroso la sua intelligenza, come se di solito la tenesse nel fodero per usarla solo quando scrive. Una sola nota di acrimonia, quando dice che alla scuola di scrittura lo accusavano di scrivere delle “belle frasi”. Poi ha fatto un’espressione come per dire: adesso io sono qui, con due romanzi meravigliosi alle spalle. Dove sono finiti quelli che mi criticavano? Questo sembra suggerire Greer, e lo dice con il linguaggio del corpo, con la sua espressione sardonica. Belle frasi, proprio così. La cosa grottesca è che sono belle davvero, le frasi di Greer. Belle, non c’è nient’altro da aggiungere.
Davide Silvestri

"Più di così..." di SERENA ZOLI

Sulla presentazione di merdoledì 14 gennaio del suo libro "Il lavoro smobilita l'uomo" a Caffè Letterario
Si chiama "Caffè letterario" e ne ha la vivacità e la grazia. Grazie per avermi re-invitato.Un pubblico numeroso e attento, partecipe e - come si conviene a un "Caffè" - nessuna distanza con chi sta sulla pedana. Dove a presentare il mio libro "Il lavoro smobilita l'uomo" mi sono trovata accanto due personalità di valore, addirittura il sindaco di Lugo Raffaele Cortesi e il presidente della Commissione del Lavoro del C.N.E.L. Giuseppe Casadio. Che di nuovo colgo l'occasione per ringraziare. Alla fine molte domande da parte del pubblico, un dibattito davvero vivace ma - quasi una rarità di questi tempi - molto civile. E' stato un vero piacere esserci. Un piacevole "intermezzo", la presentazione del libro, tra un piatto di cappelletti in brodo, di quelli giusti, e un bel brindisi finale. Più di così.... Serena Zoli