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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

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giovedì 17 gennaio 2008

Lunedì 21 gennaio NANDO DALLA CHIESA a Caffè Letterario

Serata da non perdere quella di lunedì 21 gennaio nella sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro alle ore 21,00. Salirà infatti sul palco di Caffè Letterario Nando dalla Chiesa. Professore di Sociologia economica all’Università degli Studi di Milano, Nando dalla Chiesa è stato parlamentare della Repubblica ed è attualmente sottosegretario all’Università e alla Ricerca. Scrittore, editorialista e narratore civile. Tra i suoi scritti più noti al grande pubblico ricordiamo: "Delitto imperfetto" (Mondadori, 1984), "Storie di boss ministri tribunali giornali intellettuali cittadini" (Einaudi, 1990), "Il giudice ragazzino" (Einaudi, 1992), "Storie eretiche di cittadini perbene" (Einaudi, 1999). Con Melampo ha pubblicato "Quattro a tre" (2006) e "Le ribelli" (2006), oltre ai suoi libri di narrativa satirica, "La fantastica storia di Silvio Berlusconi" (2004), "Vota Sìlviolo!" (2005). Il libro di Nando dalla Chiesa presentato in questa occasione sarà "Le ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore" edito da Melampo (casa editrice fondata dallo stesso autore), l'introduzione sarà affidata a Paolo Galletti. Profondo studioso della realtà della mafia, Dalla Chiesa nel suo libro ripercorre la battaglia a favore della giustizia e contro l'omertà mafiosa di sei donne coraggiose, mogli, madri, sorelle di vittime della mafia: «Donne ribelli. Ma soprattutto avanguardie civili.» “ si legge nella prefazione - «Il titolo di questo libro non è stato scelto a caso. Nel rendere onore alla donna siciliana, considerata per lunghissimi decenni l'emblema della sottomissione e del silenzio, esso ambisce a contrastare con la forza dei fatti una letteratura che ha posto dalla parte dei 'ribelli' proprio i mafiosi». La prima delle donne presentate nel libro è Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale. Una donna sola da sempre che, abbandonata dal marito aveva fatto mille lavori farprendere “il diploma”, cioè la licenza elementare, a quell’unico figlio. Siamo nella prima metà degli anni Cinquanta e l’analfabetismo era una piaga ampiamente diffusa in tutta la Sicilia quando si svolge la vicenda umana e politica di Salvatore Carnevale. La prima “strage di Stato”, quella di Portella della Ginestra, era stata consumata qualche anno prima, il 1° maggio 1947. Ecco poi le altre donne. Felicia Impastato, madre di Peppino, che cosciente del pericolo che il figlio correva, si schiera con lui contro lo stesso marito e che si batterà, morto Peppino, perché non venga fatto passare per un terrorista saltato in aria mentre preparava un attentato. Saveria Antiochia, madre di Roberto: il giovane poliziotto che, trasferito a Roma, va in Sicilia in licenza per non lasciare solo il “suo” commissario Ninni Cassarà, e che verrà ucciso con lui. Michela Buscemi, che la mafia l’aveva avuta in casa perché, dei due fratelli uccisi, uno era contiguo agli ambienti dei clan, e che ebbe il coraggio, avendo contro la sua stessa madre, di essere parte civile al maxiprocesso di Palermo. La giovanissima collaboratrice di Borsellino Rita Atria, sorella del giovane boss Nicola, che si suicida dopo la strage di via D’Amelio sentendosi ormai sola e perduta. E infine Rita Borsellino, sorella di Paolo, che dopo la strage di D’Amelio, sente l’obbligo di un nuovo impegno civile, impegno che culminerà nella candidatura al governo della Sicilia. Sconfitta, prosegue la sua azione pubblica nella lotta alla mafia, vero punto di riferimento di tutto il movimento. Ma il libro, anche solo nominandole, ricorda altre donne, madri, altre mogli, sorelle che hanno raccolto il testimone del loro caro ucciso, che non hanno chinato la testa davanti al potere, indomabili e indomate ribelli. "Al camposanto ad attenderla c'erano quasi solo donne. circa duecento donne siciliane. A rappresentare le donne di Sicilia. riunite a manifestare l'orgoglio femminile nell'isola che affrontava una delle fasi più dure della sua storia. Visi di ragazze e visi di signore attempate. Tutti ugualmente, splendidamente fieri e commossi in quello slancio di amore verso una ragazza che un mese e mezzo prima si era chiesta, piena di speranza, «chi ci impedisce di sognare?»"

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