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Sala conferenze - Hotel Ala d'Oro

Via Matteotti, 56 - 48022 Lugo di Romagna - (Ravenna) - Italia
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giovedì 31 gennaio 2008

Domenica 3 febbraio, Le fotografie di Marcello Galvani

Cambio di data per il prossimo incontro di Caffè Letterario. L’inaugurazione della mostra fotografica “6x7” di Marcello Galvani si terrà domenica 3 febbraio alle ore 18,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro alla presenza dell’autore. Serata quindi anticipata di un giorno rispetto a quella segnalata nel programma ufficiale. All’incontro parteciperà il fotografo cesenate Guido Guidi. La mostra rimarrà aperta fino al 24 febbraio. Al termine degustazione di Prosecco offerta dalla Cantina Zardetto di Conegliano. 6x7 Marcello Galvani 03 febbraio/ 24 febbraio 2008 "Esistono solo le coincidenze" Henri Cartier-Bresson
Marcello ha intitolato la mostra 6x7, come il formato (espresso in centimetri) del negativo delle sue fotografie, perché da subito vuole spiegarci, alla sua maniera sottile e intelligente, che nel suo lavoro “forma e contenuto sono la stessa cosa” (John Szarkowsky). Mi spiego meglio, e mi aiuto con un esempio da un saggio di Geoff Dyer nel quale due famose fotografie di Dorothea Lange e Garry Winogrand sono messe a confronto. In entrambe è presente un cappello, ma mentre nella foto della Lange il cappello “più sgualcito di tutta la Depressione” è un simbolo della tragica situazione economica americana degli anni ‘30, “un indicatore affidabile dei danni arrecati agli uomini da forze economiche estranee alla loro comprensione”, nella foto di Winogrand “il cappello è un cappello e basta”, si trova lì per puro caso, ma ripreso così su quell’attaccapanni a stelo “lungo e scarno come un Giacometti ma ancora più elementare, simile a una stecca da biliardo, è come se nella fotografia ci fossero tre persone, due delle quali portano il cappello”. Come disse Szarkowski alla mostra New Documents (1967) ciò che distingueva fotografi come Winogrand, Diane Arbus e Friedlander da predecessori come Dorothea Lange era che questi ultimi “fotografavano al servizio di una causa sociale per mostrare cosa non andasse nel mondo e convincere i loro simili a intervenire”. Al contrario, “una nuova generazione di fotografi ha diretto l’approccio documentario verso nuovi scopi maggiormente personali”. La fotografia di Marcello va appunto in questa direzione: non c’è un intento reportagistico, nessun commento sociale (alla Walker Evans: “NO POLITICS whatever), piuttosto una visione personale, intima ed eccentrica delle cose che lo circondano, nella quale ciò che interessa l’autore è, semplicemente, vedere come appare il mondo se fotografato (la citazione è ancora di Winogrand), vedere la differenza tra una scena vista con gli occhi e ciò che succede nella fotografia, cosa cambia passando dalla tridimensionalità della visione alla bidimensionalità. Ai fotografi, si sa, piace andarsene in giro. Le fotografie qui presentate sono state prese nei dintorni di Massalombarda fra il 2006 e il 2007. Non seguono schemi determinati o preconcetti, non c’è una vera e propria progettualità, probabilmente l’autore non aveva in mente nulla di particolare mentre le scattava, sono solo la naturale conseguenza di incontri giornalieri e casuali con persone e luoghi più o meno familiari al fotografo, ma in questo girovagare quotidiano Marcello sembra avere il controllo tecnico ed estetico della situazione, al punto da essere lui stesso, a volte, sorpreso dalle proprie composizioni, nelle quali una situazione poco interessante sulla carta (e cioè nel mondo tridimensionale, nella realtà, ecco il paradosso!), si carica di una forza a volte ironica, a volte enigmatica, a volte surreale, quando la ritroviamo a due dimensioni sulla stampa. In questo e nell’utilizzo del colore stesso come forma emerge l’influenza di William Eggleston, che lavorava “non come se il colore fosse un elemento separato, un problema da risolvere di per sé stesso, ma piuttosto come se lo stesso mondo esistesse a colori, come se l’azzurro e il cielo fossero una cosa sola” (Szarkowsky), e le cui fotografie “sembrano scattate da un marziano che ha smarrito il biglietto di ritorno e che finisce per andare a lavorare in un negozio di armi di una cittadina vicino a Memphis”, e che “passa i fine settimana a cercare quel biglietto perduto – deve pur essere da qualche parte –“ nei posti più assurdi e impensati, fin “sotto il sedile del triciclo minaccioso di un bambino” (Dyer). Mi sono un po’ dilungato su Egglestone ma sarebbe stato impossibile non citarlo. Riprendo il discorso di prima e concludo. Nella fotografia di Marcello, dunque, la realtà non viene re-inventata, ma soltanto re-incontrata, e anche noi spettatori re-incontriamo situazioni comuni, “banali”, sulle quali probabilmente non ci saremmo soffermati (e qui è evidente la lezione di Guido Guidi, di cui Marcello è stato allievo) ma che forse nascondevano qualcosa di interessante che ora ci viene svelato in un perfetto equilibrio formale. L’aspetto interessante, per dirla in maniera molto semplice, è proprio questo: che anche la banalità, se affrontata con raffinatezza, può essere bella. A meno che la banalità non sia negli occhi di chi guarda. Luca Nostri

mercoledì 30 gennaio 2008

Gli appuntamenti di febbraio 2008

ATTENZIONE - A causa di forza maggiore l'inaugurazione della mostra fotografica "6x7" di Marcello Galvani prevista per lunedì 4 febbraio alle ore 21,00 è stata anticipata a Domenica 3 febbraio, alle ore 18,00 sempre nella sala conferenze del Hotel Ala d'Oro. Qui di seguito il calendario aggiornato del mese di febbraio. Domenica 3 febbraio, ore 18,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Inaugurazione della mostra fotografica "6 x 7" di Marcello Galvani Interviene Guido Guidi Sarà presente l’autore Le fotografie presentate all’ Hotel Ala d’Oro sono state scattate attorno a Lugo fra il 2006 e il 2007. Senza una vera e propria progettualità, sono la naturale conseguenza di incontri giornalieri con persone e luoghi più o meno familiari all’autore, che nelle varie frequentazioni quotidiane è sempre in agguato con la sua Plaubel Makina 6x7. Marcello utilizza la fotografia non tanto per re-inventare la realtà quanto per re-incontrarla, ed essere sorpreso lui stesso dal ritrovare i soggetti fotografati nelle proprie stampe a colori, in atteggiamenti che appaiono banali solo se osservati superficialmente, e che ci vengono mostrati in un perfetto equilibrio formale. Al termine degustazione vini della cantina Zardetto – Conegliano (TV Mercoledì 6 febbraio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Shlomo Venezia "Sonderkommando AuschwitzLa verità sulle camere a gas. Una testimonianza unica." (Milano, Rizzoli, 2007) Interviene Gian Luigi Melandri Sarà presente l’autore “Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto… Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio.” Sono parole di Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; uno dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l’incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Per decenni l’autore ha preferito mantenere il silenzio, ma il riaffiorare di quei simboli, di quelle parole d’ordine, di quelle idee che avevano generato il mostro dello sterminio nazista ha fatto si che dal 1992 abbia incominciato a parlare, e quei racconti sono la base della lunga intervista che è all’origine di questo libro. Al termine degustazione vini della cantina Umani & Ronchi – Osimo (AN Lunedì 18 febbraio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Mario Isnenghi "Garibaldi fu ferito" (Roma, Donzelli, 2007) Interviene Marco Sangiorgi Sarà presente l’autore L'intento di Isnenghi è qui di ricostruire le tante forme del mito di Garibaldi, rivisitandone l'oleografia non meno delle dinamiche conflittuali. La condanna a morte del 1834 non austriaca ma piemontese, per esempio, e quella sorta di fucilazione differita che fu la ferita nello scontro sull'Aspromonte solo un anno dopo l'Unità: due elementi che restituiscono veridicità e nerbo alla favola delle origini. Secondo l'autore, il mito di Garibaldi può risorgere ogni volta in forme diverse: nell'Ottocento proto-socialista e nel Novecento interventista della Grande guerra; nell'impresa di Fiume e nella guerra di Spagna; nella Resistenza dei partigiani garibaldini vicini al Partito Comunista e nei simboli elettorali del Fronte Popolare - social-comunista - nelle cruciali elezioni politiche del 1948. Mario Isnenghi è uno dei massimi storici italiani del dopoguerra. I suoi ambiti di ricerca spaziano dalla Grande Guerra, al fascismo, dai conflitti fra le memorie, alla soggettività ed al discorso pubblico. Attualmente è docente di storia contemporanea presso l'Università di Venezia. Fra le sue numerose opere sono ormai dei classici della storiografia "Il mito della Grande guerra" (Il Mulino) e la "Breve storia dell'Italia unita a uso dei perplessi" (Rizzoli). Al termine degustazione vini della cantina De Falco – San Sebastiano al Vesuvio (NA Lunedì 25 febbraio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Lucrezia Lerro "Certi giorni sono felice" (Milano, Bompiani, 2008) Interviene Patrizia Randi Sarà presente l’autrice Una madre disperata. Una figlia bulimica. Un dramma al femminile, appassionato e sincero, filtrato dalla terribile quotidianità di una malattia che corrode corpo e anima. Una scrittura dal ritmo indisciplinato che indaga la perversità della malattia, la maternità afflitta dal senso di colpa, la sofferenza di sopportare la diversità in un mondo di uguali. Certi giorni sono felice, è una storia troppo reale per non emozionare, troppo contemporanea per non invitare a riflettere, troppo possibile per non prendere posizione. Lucrezia Lerro è nata ad Omignano in provincia di Salerno, nel 1977. Ha studiato Scienze dell'Educazione all’Università di Firenze. Sue poesie sono apparse su “Nuovi Argomenti”, nell’“Almanacco dello Specchio” (Mondadori) e nell’antologia “Nuovissima poesia italiana” (Oscar Mondadori). Al termine degustazione vini della cantina Poderi dal Nespoli – Civitella di Romagna (FC

martedì 29 gennaio 2008

Due grandi serate dedicate alla Storia italiana del novecento.

Con due importanti serate dedicate alla storia italiana del novecento si è concluso il gennaio di Caffè Letterario. Grande partecipazione di pubblico con più di ottanta presenti sia per l'incontro con Alfio Caruso, dedicato ai misteri e agli intrighi dell'Italia Repubblicana, sia per la serata di ieri con lo storico Guido Crainz che ha presentato il suo ultimo lavoro "L'ombra della guerra. Il 1945, l'Italia" edito da Donzelli nel 2007. Numerosi gli interventi del pubblico su questo argomento della lotta di liberazione e del primo dopoguerra, già trattato in diverse occasioni da Caffè Letterario, tra cui molti ricorderanno la serata del 24 ottobre 2005 in cui Giampaolo Pansa presentò il secondo dei suoi tre libri dedicati alla Resistenza, "Sconosciuto 1945". Il prof. Crainz ha trattato di quegli anni che vanno dalla fine del 1943 al 1946 da "storico", anni che Ferrruccio Parri definirà la«guerra inespiabile» e che proietteranno la loro ombra di sangue sull'Italia libera dal nazifascismo. Resistenza quindi, non solo come guerra di liberazione, ma anche come «guerra civile», come speranza di un cambiamento che si infranse sulle mura della continuità dello stato.

martedì 22 gennaio 2008

Guido Crainz a Caffè Letterario

Prossimo appuntamento di Caffè Letterario, lunedì 28 gennaio sempre alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, con un altro incontro dedicato alla storia italiana del ‘900. A presentare il suo ultimo lavoro “L’ombra della guerra. Il 1945. L’Italia” edito da Donzelli nel 2007, salirà sul palco della nostra rassegna letteraria il Prof. Guido Crainz. Ad introdurre la serata toccherà questa volta al Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Ravenna, Giuseppe Masetti. Qual era la realtà, quali erano gli immaginari dell'Italia del 1945? Quale paese usciva da vent'anni di fascismo, da una guerra devastante, da una terribile occupazione nazista e da una Resistenza che è stata anche guerra civile? In questo volume Guido Crainz affronta i nodi principali del passaggio cruciale dal regime fascista all'Italia democratica. Letteratura e giornalismo d'epoca, memorie e documenti d'archivio testimoniano quanto profondo sia il segno che la guerra lascia nel paese, in un confrontarsi e alternarsi di speranze e paure, fra desiderio di trasformazione e bisogno di normalità. In questo quadro, anche le violenze successive al 25 aprile trovano una collocazione storica: contribuiscono infatti a "rivelare" i drammi vissuti da milioni di donne e di uomini negli anni precedenti e rimandano a una storia di più lungo periodo. E soprattutto mostrano quanto ancora fosse lunga l'ombra della guerra, capace di alterare i più elementari codici di comportamento e ridisegnare un'antropologia della violenza e dell'illegalità che tuttora ci lascia interdetti e ci fa pensare a un'Italia lontanissima. Guido Crainz, professore ordinario di Storia Contemporanea e presidente del corso di laurea di Scienze della Comunicazione, ha dedicato le sue ricerche alla società rurale europea dell'Ottocento e del Novecento, alla storia dell'Italia contemporanea -con particolare riferimento alla seconda metà del Novecento- alla storia dei media e al rapporto fra media e comunicazione storica. La serata si concluderà con l’abituale degustazione di vini offerta nell'occasione dalla cantina Villa Rotondo di Barile in provincia di Potenza. Ingresso libero.

Mercoledì 23 gennaio ALFIO CARUSO a Caffè Letterario

A soli due giorni dalla bellissima serata con Nando dalla Chiesa, altro appuntamento di rilievo per Caffè letterario con lo storico Alfio Caruso, domani sera, mercoledì 23 gennaio, con inizio alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro. Lo scrittore siciliano presenterà il suo ultimo libro “Il lungo intrigo. Dal 1943 ad oggi: per una storia segreta d’Italia” edito da Longanesi nel 2007. L’introduzione sarà affidata al curatore della rassegna letteraria lughese Marco Sangiorgi. La storia si nutre di misteri: ma quello che per gli altri paesi è l'eccezione, in Italia sembra essere la regola. Anche l'unico chiarito nella sostanza, la strage di piazza Fontana a Milano nel dicembre 1969, lo rimane nella forma. È l'alto prezzo pagato all'essere stati per decenni una democrazia imperfetta: sede del Vaticano e con il più importante partito comunista d'Occidente. C'era la pretesa di conciliare le prerogative di uno stato libero e indipendente con l'ingombrante presenza sul territorio nazionale degli Stati Uniti. Fino alla dissoluzione del comunismo, la penisola è stata teatro della più calda delle guerre fredde. Ripercorrendo i più famosi misteri di questi sessant'anni imperfetti, dall'attentato a Mattei all'omicidio di Dalla Chiesa (eseguita dalla mafia, ma voluta da chi?); dalla morte di papa Luciani all'assassinio di Aldo Moro; dalla prima strage politica (l'esecuzione di otto carabinieri vicino a Gela nel '46) al complotto per eliminare Giovanni Paolo II; dalla necessità di chiudere la bocca a Pasolini al risiko bancario; dai titoli falsi del Tesoro americano approdati in Vaticano all'eterna deviazione dei servizi segreti, Alfio Caruso miscela vero e verosimile per raccontare questo lungo intrigo denso di compromessi, d'impunità, di complotti sin dall'inizio: sotto la tenda di Cassibile nel '43 fu firmato un armistizio deciso quattro mesi prima ad Algeri. Alfio Caruso, nato a Catania nel 1950, è autore di quattro romanzi, thriller politici e di mafia, e di due saggi di sport con Giovanni Arpino. Oltre ai titoli apparsi in edizione TEA, presso Longanesi ha pubblicato Da cosa nasce cosa. Storia della mafia dal 1943 a oggi (nuova edizione, 2002), Arrivano i nostri (2004) e In cerca di una patria (2005). A Italiani dovete morire sono stati attribuiti il Premio Hemingway e il Premio Acqui Storia.La tradizionale degustazione di vini che conclude tuute le serate di Caffè Letterario sarà affidata in questa occasione alla cantina toscana Torre a Cona di San Donato in collina (FI). Ingresso libero.

L'incontro con Nando dalla Chiesa

Davvero una bellissima serata quella di ieri sera lunedì 21 gennaio con Nando dalla Chiesa; e pubblico delle grandi occasioni nella sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro con più di 130 persone presenti. Dopo una breve introduzione di Paolo Galletti che è amico da anni dello scrittore milanese e che ringraziamo per averlo convinto a venire a Lugo nonostante i moltissimi impegni in programma, Nando dalla Chiesa ha parlato del suo libro "Le Ribelli", edito da Melampo, casa editrice milanese di cui è fra l'altro uno dei fondatori. Dedicato a sei coraggiose donne siciliane che hanno avuto la forza di opporsi in qualche modo al poter mafioso, il libro è stato commentato fra l'attenzione generale per più di un'ora da Dalla Chiesa che alla fine ha risposto alle molte domande del pubblico. La serata si è conclusa poi con il consueto brindisi finale offerto questa volata dalla cantina novarese Torraccia del Piatavigna di Ghemme.

lunedì 21 gennaio 2008

Questa sera NANDO DALLA CHIESA a Caffè Letterario

Questa sera, Lunedì 21 gennaio 2008, ore 21,00 Sala conferenze Hotel Ala d'Oro NANDO DALLA CHIESA "Le Ribelli" Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore Milano, Edizioni Melampo, 2007 Interviene Paolo Galletti Sarà presente l'autore al termine degustazione vini della cantina Torraccia del Piantavigna - Ghemme (NO)

giovedì 17 gennaio 2008

Lunedì 21 gennaio NANDO DALLA CHIESA a Caffè Letterario

Serata da non perdere quella di lunedì 21 gennaio nella sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro alle ore 21,00. Salirà infatti sul palco di Caffè Letterario Nando dalla Chiesa. Professore di Sociologia economica all’Università degli Studi di Milano, Nando dalla Chiesa è stato parlamentare della Repubblica ed è attualmente sottosegretario all’Università e alla Ricerca. Scrittore, editorialista e narratore civile. Tra i suoi scritti più noti al grande pubblico ricordiamo: "Delitto imperfetto" (Mondadori, 1984), "Storie di boss ministri tribunali giornali intellettuali cittadini" (Einaudi, 1990), "Il giudice ragazzino" (Einaudi, 1992), "Storie eretiche di cittadini perbene" (Einaudi, 1999). Con Melampo ha pubblicato "Quattro a tre" (2006) e "Le ribelli" (2006), oltre ai suoi libri di narrativa satirica, "La fantastica storia di Silvio Berlusconi" (2004), "Vota Sìlviolo!" (2005). Il libro di Nando dalla Chiesa presentato in questa occasione sarà "Le ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia per amore" edito da Melampo (casa editrice fondata dallo stesso autore), l'introduzione sarà affidata a Paolo Galletti. Profondo studioso della realtà della mafia, Dalla Chiesa nel suo libro ripercorre la battaglia a favore della giustizia e contro l'omertà mafiosa di sei donne coraggiose, mogli, madri, sorelle di vittime della mafia: «Donne ribelli. Ma soprattutto avanguardie civili.» “ si legge nella prefazione - «Il titolo di questo libro non è stato scelto a caso. Nel rendere onore alla donna siciliana, considerata per lunghissimi decenni l'emblema della sottomissione e del silenzio, esso ambisce a contrastare con la forza dei fatti una letteratura che ha posto dalla parte dei 'ribelli' proprio i mafiosi». La prima delle donne presentate nel libro è Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale. Una donna sola da sempre che, abbandonata dal marito aveva fatto mille lavori farprendere “il diploma”, cioè la licenza elementare, a quell’unico figlio. Siamo nella prima metà degli anni Cinquanta e l’analfabetismo era una piaga ampiamente diffusa in tutta la Sicilia quando si svolge la vicenda umana e politica di Salvatore Carnevale. La prima “strage di Stato”, quella di Portella della Ginestra, era stata consumata qualche anno prima, il 1° maggio 1947. Ecco poi le altre donne. Felicia Impastato, madre di Peppino, che cosciente del pericolo che il figlio correva, si schiera con lui contro lo stesso marito e che si batterà, morto Peppino, perché non venga fatto passare per un terrorista saltato in aria mentre preparava un attentato. Saveria Antiochia, madre di Roberto: il giovane poliziotto che, trasferito a Roma, va in Sicilia in licenza per non lasciare solo il “suo” commissario Ninni Cassarà, e che verrà ucciso con lui. Michela Buscemi, che la mafia l’aveva avuta in casa perché, dei due fratelli uccisi, uno era contiguo agli ambienti dei clan, e che ebbe il coraggio, avendo contro la sua stessa madre, di essere parte civile al maxiprocesso di Palermo. La giovanissima collaboratrice di Borsellino Rita Atria, sorella del giovane boss Nicola, che si suicida dopo la strage di via D’Amelio sentendosi ormai sola e perduta. E infine Rita Borsellino, sorella di Paolo, che dopo la strage di D’Amelio, sente l’obbligo di un nuovo impegno civile, impegno che culminerà nella candidatura al governo della Sicilia. Sconfitta, prosegue la sua azione pubblica nella lotta alla mafia, vero punto di riferimento di tutto il movimento. Ma il libro, anche solo nominandole, ricorda altre donne, madri, altre mogli, sorelle che hanno raccolto il testimone del loro caro ucciso, che non hanno chinato la testa davanti al potere, indomabili e indomate ribelli. "Al camposanto ad attenderla c'erano quasi solo donne. circa duecento donne siciliane. A rappresentare le donne di Sicilia. riunite a manifestare l'orgoglio femminile nell'isola che affrontava una delle fasi più dure della sua storia. Visi di ragazze e visi di signore attempate. Tutti ugualmente, splendidamente fieri e commossi in quello slancio di amore verso una ragazza che un mese e mezzo prima si era chiesta, piena di speranza, «chi ci impedisce di sognare?»"

martedì 15 gennaio 2008

ATTENZIONE: Cambio di data per l'incontro con Carolina Delburgo

Cambio di data per il prossimo incontro di Caffè Letterario. La scrittrice bolognese Carolina Delburgo sarà infatti a Lugo a presentare il suo libro "Come ladri nella notte", Giovedì 17 gennaio. Serata quindi anticipata di un giorno rispetto a quella segnalata nel programma appena stampato. Ricordiamo inoltre che l'incontro si terrà nell'Aula Magna del Liceo Classico di Lugo con inizio alle ore 20,30. Il libro edito da Editrice Rotas nell 2006 sarà introdotto da Silvia Golfera e Giordano Dalmonte.
FUGA DALL'EGITTO di Silvia Golfera “…Donne, bambini, anziani. Gli uomini non c’erano. Stipati nei pullman, ci diedero coperte, perché faceva freddo. Ci avvolgemmo tutti tremanti, fra i pianti dei bambini piccoli e il vociare confuso dei profughi. Dopo l’appello, i pullman partirono tutti in fila, per Alessandria, e di lì saremmo salpati…Alcuni poliziotti egiziani salirono armati sui pullman…e con aria spavalda confiscarono…oggetti d’oro che le profughe avevano addosso…Un poliziotto pretese anche la fede di una profuga”. Così Carolina Delburgo, signora bolognese di origine egiziana, racconta la cacciata della sua famiglia e di molti altri correligionari, dall’Egitto, dopo la crisi internazionale del 1956, quando Nasser, nazionalizzato il canale di Suez, ne impediva il transito alle navi israeliane. Fu il primo di una serie di conflitti con Israele. Il più grave quello del 1967, con la guerra dei Sei giorni. Gli ebrei egiziani ne pagarono un prezzo altissimo. Da Radio Cairo, il 25 maggio 1967, la voce di Nasser tuonò non solo nelle case egiziane, ma in tutta l’Africa mediterranea: “Il mondo arabo è fermamente deciso a cancellare Israele dalla carta del mondo”. Dei 100.000 ebrei egiziani del 1948, ne resistevano nel 1976 circa 200. Una vicenda questa di cui si parla poco, ignorata dai media e dagli storici. Una vicenda troppo calda, forse, perché la si possa affrontare in un momento tanto gravido di tensioni. L’ha raccontata Magdi Allam, sulle colonne del Corriere della sera, in un articolo del novembre 2004, dove scrive che “perdendo i loro ebrei, gli arabi hanno perso le loro radici e hanno finito per perdere se stessi”. Rinnegare se stessi, o parte di sé, comporta sempre un prezzo alto, in termini di identità e di equilibrio. ‘Rinnegare l’anima’ è parente stretta del ‘venderla al diavolo’, ricorda Allam. Purtroppo le tragedie che percorrono il mondo mussulmano sono una conseguenza pure di quelle scelte. Alcuni anni fa un breve documentario di Pierre Rehov, “L’esodo silenzioso”, fu presentato a Milano, prima di sparire dalla circolazione. Eppure l’esodo degli ebrei dai paesi mussulmani ha segnato una ulteriore pagina nera di quel nerissimo secolo ventesimo da cui non riusciamo a liberarci. Il libro di Carolina Delburgo, delicata storia familiare, ha il merito di resuscitare la memoria di un evento che, con i suoi pogrom sanguinosi, la sobillazione dei furori popolari, la demonizzazione del nemico, gli espropri e le prepotenze, ha rivaleggiato nei metodi, se non nei risultati, con la politica antisemita di Hitler. “Quella sera gli ufficiali perquisirono la casa, e non trovando nulla per incolparci, invitarono mio padre e la zia Sara…a seguirli per “delle formalità” da fornire al commissariato. Da quel momento mio padre e mia zia sparirono nel nulla”, racconta l’autrice. Ha termine così quella convivenza, non sempre pacifica, ma comunque proficua e stimolante fra gente di varie culture e religioni, che facevano dei paesi arabi affacciati sul Mediterraneo società sostanzialmente multietniche. Nel 1956 dall’Egitto furono cacciati circa 30.000 ebrei. Pian piano la Cairo cosmopolita dove circolavano lingue e culture diverse, raccontata con nostalgia dallo scrittore Naghib Mafuz, si svuota delle sue molteplici identità per conformarsi ai dettami del nuovo nazionalismo arabo. La famiglia Delburgo, di nazionalità italiana, approda nel porto di Brindisi. L’unica cosa che ha portato con sé è la propria abilità professionale, la volontà di riconquistare una vita dignitosa, la tenacia nel fronteggiare le mille difficoltà che incontra, quegli ‘scherzi della sorte’ che la storia ha spesso riservato al popolo ebraico. Fortunatamente questa vicenda amara e sconfortante ha un lieto fine. Carolina Delburgo racconta come “fummo davvero commossi e molto grati per la grande umanità con cui fummo accolti, non appena sbarcammo in Italia”, alimentando in qualche modo quel mito di “italiani brava gente”, così consolatorio per noi, ma purtroppo spesso smentito dalla storia e dalla cronaca. Non in questo caso, però, poiché la famiglia Delburgo riesce a integrarsi felicemente nella società italiana. Senza perdere la propria memoria e nella consapevolezza che niente è mai garantito per sempre: “Ricordatevi che siamo ebrei e…non esiste generazione che non venga colpita da circostanze e fatti incresciosi. È capitato a vostro padre che è vissuto in Europa, ma è capitato anche a me che sono vissuta in Africa…Quando scoppia un conflitto le autorità portano via tutto quello che possono: casa, auto…prosciugano i conti bancari…ma di una sola cosa non potranno mai impossessarsi né mai toccare: la vostra cultura, quello che avete studiato e quello che gli studi vi avranno insegnato a capire!” rammenta Carolina alla figlia adolescente. Ebbene, la memoria storica serve anche a difendersi dagli errori e dagli orrori del passato. Per questo teniamo vivo il ricordo della Shoah. Per lo stesso motivo trovo ugualmente urgente ricordare le persecuzioni che gli ebrei hanno patito nei paesi mussulmani, tanto più che proprio da lì vengono oggi le più feroci minacce di una nuova apocalittica distruzione verso Israele e tutto il suo popolo. È la convenienza politica che ci spinge a tacere? O ci illudiamo forse che sia un affare fra “altri”, in cui non intrometterci, come un tempo fra Hitler e gli ebrei, e che solo chiudendoci gli occhi ne resteremo fuori?

La grafica d'autore di Massimo Casamenti

Serata inaugurale del 2008 di Caffè Letterario quella di ieri sera nella sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro. Folta partecipazione di pubblico per questo incontro dedicato alla grafica che ha avuto come protagonista Massimo Casamenti e il suo volume "20/30" edito da Danilo Montanari Editore nel 2007. Volume che racconta la storia professionale del grafico ravennate e della sua agenzia di comunicazione "Image". Storia che parte dagli ormai lontani anni '70 e proprio su quegli anni decisivi, soprattutto per l'ambiente artistico e culturale, è scivolata la discussione con la testimonianza e il ricordo dei relatori che affiancavano Casamenti sul palco. A cominciare dal curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi che dopo una breve panoramica sulle numerose iniziative e associazioni culturali locali nate in quegli anni ha praticamente svolto la funzione di moderatore del dibattito. A seguire poi gli interventi dell'editore ravennate Danilo Montanari, del direttore dell'Eco Paolo Galletti, e del Sindaco di Lugo Raffaele Cortesi.
Una piccola esposizione delle opere grafiche di Casamenti e dello studio Image rimarrà in esposizione nella hall dell'hotel fino al 3 febbraio. Come buona abitudine la serata si è poi conclusa con la solita degustazione di vini affidata in questo caso all'Azienda Agricola Floriano Cinti di Sasso Marconi.

sabato 12 gennaio 2008

Massimo Casamenti inaugura il 2008 di Caffè Letterario

Lunedì 14 gennaio alle ore 21,00 nella sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro riparte Caffè Letterario con il primo incontro del 2008. A salire sul palco della rassegna letteraria lughese sarà il grafico ravennate Massimo Casamenti che presenterà il volume “20/30” edito da Danilo Montanari Editore. Nutrita la serie degli ospiti invitati a parlare, a partire dal Sindaco di Lugo Raffaele Cortesi, al curatore di Caffè Letterario Marco Sangiorgi, all’editore Danilo Montanari e al direttore del periodico “Eco”, Paolo Galletti. I 'venti di trenta' che danno il titolo al volume di grafica di Massimo Casamenti sono i venti anni del suo ultimo studio (Image) e i trenta complessivi della sua attività professionale. Un periodo per molti aspetti cruciale per l’evoluzione della grafica italiana. Quelle progettazioni oggi ci appaiono in parte ingenue, in parte sapienti, in parte anche datate, ma tutte sanno restituirci il 'gusto grafico' di un'epoca e quindi l'umore di una città, di un paese, di una regione sanguigna e generosa, tradizionalmente attenta, quasi per statuto, ai valori e ai diritti dei cittadini. Massimo Casamenti viene dalla ‘grafica di pubblica utilità’, nel senso che non credo concepisca una grafica che non possa o non debba essere ‘utile’, ma oggi ha spostato il suo baricentro progettuale verso la ‘comunicazione’ tout court. Non più quindi Image come studio grafico, ma Image come agenzia di comunicazione, con tutto quello che ne consegue ma sempre come prosecuzione di un 'mestiere' che fissa comunque il suo 'centro di gravità' nei bisogni della collettività e cerca modi giusti, oggi come nel 1976, per comunicarli ‘progettualmente’. In occasione della serata saranno esposti nella hall dell’albergo alcuni lavori grafici dell’agenzia Image. Come tradizione consolidata di Caffè Letterario poi, al termine della presentazione, brindisi per tutti gli intervenuti col Pignoletto della Azienda agricola Floriano Cinti di Sasso Marconi. Ingresso libero.

venerdì 4 gennaio 2008

Il nuovo calendario degli incontri - gennaio e febbraio 2008

Ecco il il nuovo calendario definitivo dei primi due mesi di quest'anno. Si comincia lunedì 14 gennaio con il grafico ravennate Massimo Casamenti per finire con la giovane scrittrice cilentana Lucrezia Lerro, lunedì 25 febbraio. Nove gli incontri in programma che, come di consueto, si svolgeranno nella sala conferenze dell'Hotel Ala d'Oro, ad eccezzione dell'incontro di venerdì 18 gennaio con la scrittrice Carolina Delburgo che si terrà nella aula magna del Liceo Classico di Lugo. L'appuntamento con la fotografia è previsto per lunedì 4 febbraio con l'inaugurazione della mostra "6 X 7 " del giovane fotografo massese Marcello Galvani. Ecco il programma in dettaglio: Lunedì 14 gennaio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Massimo Casamenti "Image 2030 (1976-2006)" (Ravenna, Danilo Montanari Editore, 2007) Intervengono Raffaele Cortesi, Paolo Galletti, Danilo Montanari, Marco Sangiorgi Sarà presente l’autore Il lavoro di Massimo Casamenti e dell’Agenzia Image, il contributo al progetto di comunicazione sul piano della militanza professionale, possono davvero offrire l’occasione per una riflessione a largo spettro sulla realtà del design della comunicazione nelle sue forme attuali, così come sono andate evolvendosi negli ultimi vent’anni. E ricostruire questo percorso, e alcune riflessioni, attorno al lavoro visibile di uno dei protagonisti di questa storia, ci permette di verificare alcuni passaggi cruciali degli ultimi decenni. Al termine degustazione vini della cantina Azienda Agricola Floriano Cinti – Sasso Marconi (BO Giovedì 17 gennaio, ore 20,30 In collaborazione con “Università per Adulti di Lugo” Aula Magna del Liceo Classico di Lugo Carolina Delburgo "Come ladri nella notte… l’uscita dall’Egitto" (Barletta, Editrice Rotas, 2006) Intervengono Silvia Golfera e Giordano Dalmonte Sarà presente l’autrice “…Donne, bambini, anziani. Gli uomini non c’erano. Stipati nei pullman, ci diedero coperte, perché faceva freddo. Ci avvolgemmo tutti tremanti, fra i pianti dei bambini piccoli e il vociare confuso dei profughi. Dopo l’appello, i pullman partirono tutti in fila, per Alessandria, e di lì saremmo salpati…Alcuni poliziotti egiziani salirono armati sui pullman…e con aria spavalda confiscarono…oggetti d’oro che le profughe avevano addosso…Un poliziotto pretese anche la fede di una profuga”. Così Carolina Delburgo, signora bolognese di origine egiziana, racconta la cacciata della sua famiglia e di molti altri correligionari, dall’Egitto, dopo la crisi internazionale del 1956, quando Nasser, nazionalizzato il canale di Suez, ne impediva il transito alle navi israeliane. Fu il primo di una serie di conflitti con Israele. Il più grave quello del 1967, con la guerra dei Sei giorni. Gli ebrei egiziani ne pagarono un prezzo altissimo. Lunedì 21 gennaio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Nando Dalla Chiesa "Le Ribelli. Storie di donne che hanno sfidato la mafia" (Milano, Editore Melampo, 2007) Interviene Paolo Galletti Sarà presente l’autore Sui fondali della storia della lotta alla mafia si stagliano alcune figure femminili, come sospese tra Eschilo e Dostoevskij. Donne ribelli per amore che irrompono nella vita collettiva con il loro grido, che è insieme dolore, speranza e domanda di giustizia. Da queste storie, nella loro successione, il senso di un autentico, grandioso e faticoso progresso civile. Professore di Sociologia economica all’Università degli Studi di Milano, Nando dalla Chiesa è stato parlamentare della Repubblica ed è attualmente sottosegretario all’Università e alla Ricerca. Scrittore, editorialista e narratore civile. Tra i suoi scritti più noti al grande pubblico ricordiamo: Delitto imperfetto (Mondadori, 1984), Storie di boss ministri tribunali giornali intellettuali cittadini (Einaudi, 1990), Il giudice ragazzino (Einaudi, 1992), Storie eretiche di cittadini perbene (Einaudi, 1999). Con Melampo ha pubblicato Quattro a tre (2006) e Le ribelli (2006), otre ai suoi libri di narrativa satirica, La fantastica storia di Silvio Berlusconi (2004), vota Sìlviolo! (2005). Al termine degustazione vini della cantina Torraccia del Piantavigna – Ghemme (NO Mercoledì 23 gennaio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Alfio Caruso "Il lungo intrigo. Dal 1943 ad oggi: per una storia segreta d’Italia" (Milano, Longanesi, 2007) Interviene Marco Sangiorgi Sarà presente l’autore La storia si nutre di misteri: ma quello che per gli altri paesi è l'eccezione, in Italia sembra essere la regola. Anche l'unico chiarito nella sostanza, la strage di piazza Fontana a Milano nel dicembre 1969, lo rimane nella forma. È l'alto prezzo pagato all'essere stati per decenni una democrazia imperfetta: sede del Vaticano e con il più importante partito comunista d'Occidente. Alfio Caruso, nato a Catania nel 1950, è autore di quattro romanzi, thriller politici e di mafia, e di due saggi di sport con Giovanni Arpino. Oltre ai titoli apparsi in edizione TEA, presso Longanesi ha pubblicato Da cosa nasce cosa. Storia della mafia dal 1943 a oggi (nuova edizione, 2002), Arrivano i nostri (2004) e In cerca di una patria (2005). A Italiani dovete morire sono stati attribuiti il Premio Hemingway e il Premio Acqui Storia. Al termine degustazione vini della cantina Torre a Cona – San Donato in Collina (FI Lunedì 28 gennaio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Guido Crainz "L’ombra della guerra. Il 1945. L’Italia" (Roma, Donzelli, 2007) Interviene Giuseppe Masetti Sarà presente l’autore Qual era la realtà, quali erano gli immaginari dell'Italia del 1945? Quale paese usciva da vent'anni di fascismo, da una guerra devastante, da una terribile occupazione nazista e da una Resistenza che è stata anche guerra civile? In questo volume Guido Crainz affronta i nodi principali del passaggio cruciale dal regime fascista all'Italia democratica. Guido Crainz, professore ordinario di Storia Contemporanea e presidente del corso di laurea di Scienze della Comunicazione, ha dedicato le sue ricerche alla società rurale europea dell'Ottocento e del Novecento, alla storia dell'Italia contemporanea -con particolare riferimento alla seconda metà del Novecento- alla storia dei media e al rapporto fra media e comunicazione storica. Al termine degustazione vini della cantina Azienda agricola Villa Rotondo – Barile (PT) Lunedì 4 febbraio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Inaugurazione della mostra fotografica "6 x 7" di Marcello Galvani Interviene Guido Guidi Sarà presente l’autore Al termine degustazione vini della cantina Zardetto – Conegliano (TV Mercoledì 6 febbraio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Shlomo Venezia "Sonderkommando Auschwitz – La verità sulle camere a gas. Una testimonianza unica." (Milano, Rizzoli, 2007) Interviene Gian Luigi Melandri Sarà presente l’autore “Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto… Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio.” Sono parole di Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; uno dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l’incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Per decenni l’autore ha preferito mantenere il silenzio, ma il riaffiorare di quei simboli, di quelle parole d’ordine, di quelle idee che avevano generato il mostro dello sterminio nazista ha fatto si che dal 1992 abbia incominciato a parlare, e quei racconti sono la base della lunga intervista che è all’origine di questo libro. Al termine degustazione vini della cantina Umani & Ronchi – Osimo (AN Lunedì 18 febbraio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Mario Isnenghi "Garibaldi fu ferito" (Roma, Donzelli, 2007) Interviene Marco Sangiorgi Sarà presente l’autore L'intento di Isnenghi è qui di ricostruire le tante forme del mito di Garibaldi, rivisitandone l'oleografia non meno delle dinamiche conflittuali. La condanna a morte del 1834 non austriaca ma piemontese, per esempio, e quella sorta di fucilazione differita che fu la ferita nello scontro sull'Aspromonte solo un anno dopo l'Unità: due elementi che restituiscono veridicità e nerbo alla favola delle origini. Secondo l'autore, il mito di Garibaldi può risorgere ogni volta in forme diverse: nell'Ottocento proto-socialista e nel Novecento interventista della Grande guerra; nell'impresa di Fiume e nella guerra di Spagna; nella Resistenza dei partigiani garibaldini vicini al Partito Comunista e nei simboli elettorali del Fronte Popolare - social-comunista - nelle cruciali elezioni politiche del 1948. Mario Isnenghi è uno dei massimi storici italiani del dopoguerra. I suoi ambiti di ricerca spaziano dalla Grande Guerra, al fascismo, dai conflitti fra le memorie, alla soggettività ed al discorso pubblico. Attualmente è docente di storia contemporanea presso l'Università di Venezia. Fra le sue numerose opere sono ormai dei classici della storiografia "Il mito della Grande guerra" (Il Mulino) e la "Breve storia dell'Italia unita a uso dei perplessi" (Rizzoli). Al termine degustazione vini della cantina De Falco – San Sebastiano al Vesuvio (NA Lunedì 25 febbraio, ore 21,00 Sala Conferenze Hotel Ala d’Oro Lucrezia Lerro "Certi giorni sono felice" (Milano, Bompiani, 2008) Interviene Patrizia Randi Sarà presente l’autrice Una madre disperata. Una figlia bulimica. Un dramma al femminile, appassionato e sincero, filtrato dalla terribile quotidianità di una malattia che corrode corpo e anima. Una scrittura dal ritmo indisciplinato che indaga la perversità della malattia, la maternità afflitta dal senso di colpa, la sofferenza di sopportare la diversità in un mondo di uguali. Certi giorni sono felice, è una storia troppo reale per non emozionare, troppo contemporanea per non invitare a riflettere, troppo possibile per non prendere posizione. Lucrezia Lerro è nata ad Omignano in provincia di Salerno, nel 1977. Ha studiato Scienze dell'Educazione all’Università di Firenze. Sue poesie sono apparse su “Nuovi Argomenti”, nell’“Almanacco dello Specchio” (Mondadori) e nell’antologia “Nuovissima poesia italiana” (Oscar Mondadori). Al termine degustazione vini della cantina Poderi dal Nespoli – Civitella di Romagna (FC